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Il vescovo: «La forza dell’amore ci aiuterà a vincere questa costrizione»

Il pensiero centrale dell’omelia del vescovo Francesco Beschi nella Messa domenicale di ieri mattina è andato alle famiglie e alla vita che, in queste settimane, si muove dentro le mura domestiche, nei ritmi nuovi della convivenza familiare e del lavoro, ma anche nel tempo, per molti, della malattia e del lutto.

Un tempo in cui i legami dell’amicizia e dell’amore diventano determinanti. Il vescovo ha celebrato la Messa nella Cattedrale, ancora una volta deserta, nella quinta domenica di Quaresima che nel Vangelo offriva il racconto della risurrezione di Lazzaro. Le parole di Gesù «Lazzaro vieni fuori» il vescovo ha voluto farle risuonare ai nostri orecchi, rivolte a noi, come richiamo a non lasciarci sopraffare dalla chiusura del cuore e dalla perdita della speranza. Ha immaginato di entrare nelle case delle nostre famiglie costrette a restare a casa.

«Qual è la forza per poter venir fuori da questa costrizione? – ha detto nell’omelia – È la potenza dell’amicizia e dell’amore che riesce a tirar fuori la nostra vita, fortemente provata in questo momento. È una vita racchiusa nelle nostre case che non vogliamo diventino una specie di cella dell’esistenza». Case abitate dai sentimenti che oggi richiedono cura ancora maggiore.

«Rinnoviamo all’interno delle nostre case la forza dell’amore, la premura, l’attenzione, la comprensione, la pazienza, la sopportazione, la capacità di stare vicino ai più piccoli e ai più anziani, di comprendere la persona che sta lavorando in casa in un altro modo rispetto a prima». È stato l’invito alla cura reciproca, quotidiana, in ogni situazione. «All’interno della famiglia – ha aggiunto - mostriamoci questa amicizia capace di tirarci fuori dalle tentazioni depressive o rabbiose, da ogni irrigidimento che con il passare dei giorni potrebbe diventare più grande. Lazzaro è venuto fuori perché la voce dell’amicizia di Gesù è stata più forte della morte».

Monsignor Beschi ha evocato il silenzio e il deserto che si sono impossessati della città e dei paesi. «È un silenzio che non avremmo mai immaginato, squarciato dal suono delle sirene che dicono di un nuovo dolore, ma anche di una premura, una corsa d’amore. Il deserto dei nostri luoghi sembra l’immagine fissa di una fotografia, sempre uguale, immobile. È come, con un’immagine molto forte, se le nostre città fossero diventate un grande cimitero».

E il pensiero è andato ai tanti defunti di queste settimane, alle famiglie straziate dal dolore di un addio che impedisce la vicinanza, l’ultimo abbraccio, l’ultimo saluto. «È con il ricordo che “tiriamo fuori” i nostri cari dal silenzio della tomba – ha detto -. Attraverso il ricordo tiriamo fuori dal nulla, dalla dimenticanza chi ci è stato caro. Non è solo un’operazione di nostalgia, ma è un’autentica operazione di risurrezione. Il ricordo è fatto anche di pianto come quello di Gesù per Lazzaro».

Il vescovo ha ricordato anche i gesti e la preghiera del Papa durante la Veglia di venerdì. «In quel momento così intenso scendeva acqua come se fossero le lacrime del mondo intero». Al ricordo e al pianto monsignor Beschi ha invitato ad accostare ciò che di prezioso possiamo raccogliere da chi ci ha lasciato. «Bisogna che noi raccogliamo la migliore eredità di chi non c’è più, di chi non tornerà più nelle nostre case» Non è mancato il pensiero a chi con instancabile dedizione e professionalità si sta dedicando ai malati.

«Certamente “Lazzaro vieni fuori” è quello che senza parole stanno dicendo i medici, gli infermieri, tutti coloro che si stanno battendo per strappare al morbo coloro che ne sono colpiti. Sono loro che pronunciano queste parole con la loro azione, la loro determinazione. E che gioia vedere restituiti alla vita e alla salute tanti nostri cari».

Introducendo la recita del Padre nostro, monsignor Beschi ha invitato a sentirsi uniti da sentimenti di fratellanza. «Sosteniamo la volontà di rimanere uniti, di non nutrire ostilità e rancori. Coltiviamo l’unità nei modi in cui è possibile in questi giorni». Il vescovo ha annunciato i due appuntamenti di preghiera di questa settimana che potranno essere seguiti attraverso la diretta su Bergamo Tv e in streaming sul sito web. Mercoledì 1 aprile alle 17.30 il vescovo sarà a Nembro al Santuario dello Zuccarello per la recita del Rosario e venerdì 3 aprile alle 15 a Premolo, paese del sacerdote martire don Antonio Seghezzi, per la Via Crucis.


Monica Gherardi, L'Eco di Bergamo



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