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Papa Francesco a media: 'Smascherare fake news e attenti a insidie del web'

Il messaggio per la 55/a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali

Il Papa, nel messaggio per la 55esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali invita i media a denunciare il rischio di esclusione dei poveri dal vaccino anti Covid e dalle cure: "Numerose realtà del pianeta, ancor più in questo tempo di pandemia, rivolgono al mondo della comunicazione l'invito a "venire e vedere". C'è il rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una doppia contabilità".

"Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti. Chi ci racconterà l'attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell'Asia, dell'America Latina e dell'Africa? Così le differenze sociali ed economiche a livello planetario - avverte Francesco - rischiano di segnare l'ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid".

"Con i poveri sempre ultimi - denuncia Bergoglio - e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza. Ma anche nel mondo dei più fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertà resta in gran parte nascosto: feriscono e non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri".

Poi ha parlato dei giornali, dei media in generale e di cosa "deve essere una notizia". "Pensiamo al grande tema dell'informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in 'giornali fotocopia' o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell'inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, 'di palazzo', autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società". Secondo il Pontefice, "la crisi dell'editoria rischia di portare a un'informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più 'consumare le suole delle scarpe', senza incontrare persone per cercare storie o verificare 'de visu' certe situazioni".

"Se non ci apriamo all'incontro - aggiunge -, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi". "Ogni strumento è utile - sottolinea ancora Francesco - e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero". (Repubblica.it)



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