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L'abolizione della pena di morte 

Marazziti: La pena di morte è una pandemia millenaria che si va esaurendo 

di Mario Scelzo

After prayerful consideration and reviewing materials presented by all sides of this case, I have determined to commute Julius Jones’ sentence to life imprisonment without the possibility of parole.

Appena poche ore prima dell’iniezione letale, lo scorso 19 novembre il governatore dell’Oklahoma Kevin Stitt è intervenuto (come possiamo leggere nell’insolito annuncio avvenuto via Twitter) per commutare la sentenza di morte di Julius Jones in ergastolo. Oggi quarantunenne, Jones è in carcere – nel braccio della morte – da quasi vent’anni per l’omicidio, nel 1999, dell’uomo d’affari Paul Howell. Fin da quando è stato arrestato appena diciannovenne Jones ha sempre proclamato la sua innocenza: secondo la sua versione a uccidere Howell era stato un suo ex amico, Christopher Jordan, che all’epoca ha però fatto un accordo con l’accusa ed è stato condannato per reati minori.

I molti dubbi sulla colpevolezza di Jones sono trattati anche in un documentario del 2018, The Last Defense, mentre l’anno scorso un ex compagno di cella di Jordan, Roderick Wesley, ha dichiarato che l’uomo gli avrebbe fatto una rivelazione: “Il mio coimputato al processo è nel braccio della morte per un crimine da me commesso”.

La commutazione della Pena Capitale è avvenuta a pochi giorni dal 30 Novembre, Giornata Mondiale contro la Pena di Morte, data in cui ricorre l’anniversario della riforma penale promulgata nel 1786 da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana; Con tale riforma, che del granduca fu "monumento e gloria", secondo uno storico del primo Novecento, la Toscana divenne il primo Stato al mondo in cui si abolì la pena di morte, "conveniente solo ai popoli barbari" secondo Pietro Leopoldo.

Come procede il cammino per l’abolizione della Pena di Morte nel mondo? “La pena di morte è una pandemia millenaria che si va esaurendo”, ha affermato stamattina in conferenza stampa Mario Marazziti, coordinatore della campagna internazionale e co-fondatore della Coalizione mondiale contro la pena di morte. “Nel 1977 erano solo 16 i Paesi abolizionisti, mentre lo scorso anno sono stati 18 i Paesi che l’hanno usata. Un ribaltamento totale, come mostra la crescita di consenso contro questa punizione disumana e inutile: 133 Paesi hanno abolito la pena di morte oppure osservano una moratoria e non la utilizzano da almeno 10 anni”, ha spiegato Marazziti.

Anche negli USA gli Stati che conservano la pena capitale sono solo uno in più di quelli che non la utilizzano e lo scorso anno si è registrato il numero minore di esecuzioni degli ultimi anni. Un trend molto positivo macchiato, negli ultimi sei mesi della precedente amministrazione, da 13 esecuzioni federali, un record negativo in due secoli di storia americana”, ha osservato Marazziti. “Siamo convinti che Biden, che ha annunciato il blocco delle esecuzioni nel braccio della morte federale, saprà voltare pagina. La speranza è che gli USA possano astenersi o addirittura votare a favore della moratoria nella prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite”.

Nel corso della conferenza stampa è stata illustrata la grande mobilitazione che il prossimo 30 novembre, a partire dal Colosseo, a Roma, unirà 2446 città di 70 Paesi di tutti i continenti, in occasione della giornata mondiale delle “Città per la Vita”, promossa da Sant’Egidio. Sempre il 30 novembre, alle ore 17,30, si terrà il webinar “No Justice Without Life - Per un mondo senza pena di morte”, con la partecipazione del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, di Tawakull Karman, premio Nobel per la pace 2011, e di altri attivisti impegnati nella battaglia contro la pena di morte, a partire dalla statunitense Sister Helen Prejean.

Ulteriori dati, in chiaroscuro, li troviamo leggendo il Rapporto di Amnesty International sulla Pena di Morte nel 2020. Provando a sintetizzare, sono 18 gli stati ad aver eseguito condanne durante lo scorso anno, ma la buona notizia è che per il terzo anno consecutivo è stato registrato il più basso numero di esecuzioni tra 10 anni. Tra gli stati che hanno messo a morte il maggior numero di persone figurano l’Egitto, che ha triplicato le esecuzioni rispetto al 2019, e la Cina che in almeno un caso ha applicato la pena di morte per reati relativi alle misure di prevenzione della pandemia. Escludendo gli stati che considerano i dati sulla pena di morte un segreto di stato o dai quali arrivano informazioni limitate – come CinaCorea del NordSiria e Vietnam – nel mondo Amnesty International ha registrato almeno 483 esecuzioni: il 26 per cento in meno rispetto al 2019 e il 70 per cento in meno rispetto al picco di 1634 esecuzioni del 2015. Sono i dati più bassi di esecuzioni registrate da Amnesty International in almeno un decennio.

Nel 2020 il Ciad e, negli Usa, il Colorado hanno abolito la pena di morte, il Kazakhistan si è impegnato ad abolirla ai sensi del diritto internazionale e nelle Barbados è stata cancellata l’obbligatorietà della condanna alla pena capitale. Secondo dati aggiornati ad aprile del 2021, 144 stati hanno abolito la pena di morte nelle leggi o nella prassi, 108 dei quali per tutti i reati: questa tendenza deve proseguire.

Nonostante alcuni governi si ostinino a usare la pena di morte, il quadro complessivo del 2020 è stato positivo. Sono aumentati gli stati abolizionisti ed è diminuito il numero delle esecuzioni note. Il mondo è più vicino a consegnare ai libri di storia questa punizione crudele, inumana e degradante”, ha commentato Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International 

Alla fine del 2020 un numero record di 123 stati ha approvato la risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu per una moratoria sulle esecuzioni. La pressione sugli altri stati sta aumentando. La Virginia è da poco diventata il primo stato del sud degli Usa ad abolire la pena di morte, mentre il Congresso si avvia a esaminare svariate proposte di abolizione a livello federale”, ha aggiunto Callamard.

Sollecitiamo i leader di tutti gli stati che non l’hanno ancora fatto ad abolire nel 2021 l’omicidio sanzionato dallo stato. Continueremo a svolgere campagne fino a quando la pena di morte non sarà abolita ovunque, una volta per sempre”, ha concluso Callamard.

In generale, dovendo sintetizzare, il quadro si presenta alquanto positivo. Nel corso degli anni sono stati fatti molti passi avanti e sono sempre meno gli Stati ad utilizzare la Pena Capitale. Indubbiamente, l’elezione alla Casa Bianca di Joe Biden sembra l’elemento di maggior spicco, forse per la prima volta è possibile quantomeno pensare all’abolizione della Pena Capitale negli Stati Uniti d’America.



Mario Scelzo

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