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Cammino, tredicina, reliquie: già migliaia i devoti a Padova per Sant'Antonio

di Gelsomino Del Guercio
Credit Foto - Il Mattino di Padova

Il tracciato pedonale ricalca l’ultimo viaggio terreno di Sant’Antonio, compiuto dal religioso nel 1231 quando era prossimo alla morte.


Anche quest'anno una folla di devoti è partita da Camposampiero ed è giunta alla basilica del santo nella notte tra il 26 e 27 maggio.


1200 i pellegrini che hanno preso parte al diciannovesimo
"Cammino di Sant'Antonio".


IL VIDEO





24 CHILOMETRI DI PENITENZA


Il percorso, lungo 23,7 chilometri, è stato affollato non soltanto da giovani, ma di persone di tutte le età, con un baldo ottantatreenne padovano, già veterano di pellegrinaggi a piedi, coppie di sposi di mezz'età, donne, studenti, operai, religiosi.


LA TREDICINA GUARDA AI GIOVANi


Il 31 maggio invece, sul tema “Sant’Antonio e i giovani”, ha preso il via la tradizionale Tredicina in preparazione della festa del Santo, fissata il 13 giugno.


«Ci conforta vedere come tra i pellegrini vi siano molti giovani, come lui lo era allora, che vengono qui in questi giorni di preparazione alla sua Festa – commenta ad Agensir il rettore della Basilica di Sant’Antonio, padre Oliviero Svanera –. Per questo, abbiamo deciso di dedicare proprio ai giovani il tema di quest’anno della Tredicina, ispirato anche dal prossimo Sinodo dei vescovi».


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LA NOTTE DEI MIRACOLI


Momento più atteso della Tredicina è la "Notte di Miracoli", che si svolgerà venerdì 8 giugno, dalle 21 alle 24, una serata di preghiera e di festa animata proprio dai giovani che andranno per le strade della città a invitare, chi lo desideri, ad entrare in Basilica.


DOPO 8 SECOLI


Intanto sarà una festa di Sant'Antonio speciale per la Calabria.

Il frammento di “massa corporis”, cioè del corpo del santo, in pellegrinaggio nel suo viaggio a ritroso verso la Sicilia, ha fatto sosta a Pizzo, nel Vibonese, cittadina che l’ha ospitato nel 1221 e dove fino al 1783 sorgeva un grandioso convento a lui dedicato.


Dopo otto secoli i devoti hanno potuto rendere nuovamente omaggio a Sant'Antonio. In tantissimi hanno affollato il Santuario di San Francesco di Paola, dove si è svolta la celebrazione presieduta da padre Egidio Canil dei Frati minori conventuali di Padova.


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LA RICOGNIZIONE


Padre Canil ha brevemente illustrato la storia delle reliquie del santo. Nel 1981, in occasione della prima ricognizione della tomba del santo, erano stati ritrovati all’interno tre involucri in uno c’erano le ossa, in un altro la sua tonaca ed in un terzo si e trovata la “massa corporis”, cioè le ceneri e diversa parte del suo corpo mummificata. «Sant’Antonio non è mai stato sepolto sotto terra, ma sempre in sarcofagi elevati e così si è come mummificato», ha spiegato il frate, come riporta La Calabria News 24.


In questa massa corporis i periti che l’hanno esaminata hanno trovato tra le altre cose anche intatte le corde vocali del santo, così come San Bonaventura nel 1263, a 32 anni dalla morte di Sant’Antonio aveva trovato intatta la sua lingua. Così, dietro autorizzazione del Papa, si è pensato di tenere separate dalla tomba queste parti del corpo e farne un reliquario.


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Gelsomino Del Guercio

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