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Focus concistoro: Quel miracolo del papa. Ecco perché Paolo VI presto diventerà santo

di Antonio Tarallo
Credit Foto - Redazione online

“Montini, il Papa della Vita”

Una piccola biografia di Giovanni Battista Montini, ossia Papa Paolo VI non è certo cosa facile. Tante sono le linee possibili da prendere, tante come le tematiche che il suo Pontificato ha toccato. Iniziamo, allora, con lo scoprire “testualmente” perché avrà la gloria degli altari.  La “Congregazione delle cause dei santi” si è pronunciata in merito, lo scorso 6 febbraio, dando il via libera – all’unanimità – al miracolo attribuito alla sua intercessione. Ecco la storia: una coppia di sposi, dopo il primo figlio, rischia la morte del secondo nascituro. Vanna Pironato di 35 anni, alla tredicesima settimana di gestazione viene ricoverata in ospedale per una minaccia di aborto, dovuta alla rottura prematura della placenta. Durante il ricovero, si legge nella documentazione dei postulatori della causa, la situazione diventa critica. Si tratta di  gravidanza a rischio. Nonostante l’aggravarsi della situazione e il discreto consiglio di prendere in considerazione un aborto terapeutico, Vanna Pironato – questo il nome della donna – e il marito decidono di andare avanti con la gravidanza, affidandola sotto la protezione di Papa Montini. La bambina, pur nascendo assai prematura e in presentazione poliadica, dopo quattro mesi di cure, lascia l’ospedale. Amanda Maria Paola, il nome della bambina, è viva. E’ una bella storia, questa. Una storia che andava raccontata per comprendere una linea importante del Pontificato di Paolo VI. Potremmo definirla una “via della Vita” quella che ha caratterizzato il suo Magistero. Il Papa della Vita. Il documento “Humane Vitae” (che alla sua uscita, nel 1968, aveva scaturito non poche polemiche) rimane, in fondo, il suo testamento spirituale. E, in un’epoca in cui – per assurdo – la Vita mette quasi timore, in un’epoca in cui parlarne sta divenendo quasi “proibito”, assistere alla canonizzazione di chi l’ha difesa con tanta forza, è sicuramente un bel messaggio non solo alla Chiesa, ma al Mondo.

Giovanni Battista Montini nasce il 26 settembre 1897, a Concesio, un piccolo paese a nord di Brescia, dove la famiglia Montini, di estrazione borghese, aveva una casa per le ferie estive.  I genitori sono l'avvocato Giorgio Montini, giornalista e politico del Partito Popolare Italiano,  e Giuditta Alghisi, appartenente alla piccola nobiltà rurale locale. Nel 1916 ottiene la licenza presso il liceo statale "Arnaldo da Brescia" e nell'ottobre dello stesso anno entra, come studente esterno, nel seminario della sua città. Dopo quattro anni diventa sacerdote, è il 29 maggio 1920.  Poi il trasferimento a Roma per gli studi all’Università Gregoriana, e – cosa che influenzerà non poco il suo “modus pensandi” – frequenta l’Università statale per gli studi di Lettere e filosofia. Questo è un passaggio importante per il giovane Montini: il suo rapporto con la società civile, il suo non voler essere solamente nell’orizzonte clericale. Ampliare le vedute stando a stretto contatto con la Società, con il mondo giovanile universitario (è nominato, nel 1925, assistente ecclesiastico nazionale della FUCI, la federazione universitaria cattolica) sarà così fondamentale per Giovanni Battista che risulterà sicuramente “propedeutico” per tutto il suo cammino avvenire, specialmente quando diventerà – dopo gli anni di Segreteria di Stato (1937) a fianco di Eugenio Pacelli, poi Pio XII – Arcivescovo di Milano (1954). Diviene Papa Paolo VI, il 21 giugno 1963. Sarà lui a dover portare a compimento il Concilio Vaticano II, aperto dal suo predecessore Giovanni XXIII.

Gli anni di Pontificato sono anni per nulla facili per Paolo VI. Un mondo in continua evoluzione.  La società cambia a ritmi “industriali”, diversi valori del passato cedono il passo a quelli nuovi, ci si incammina verso una secolarizzazione che pone la spiritualità sempre più in “secondo piano”,   i giovani sono in piena contestazione, in Italia comincia la piaga delle Brigate Rosse (famoso sarà il discorso pronunciato nella Basilica di San Giovanni in Laterano per il suo caro amico Aldo Moro). Eppure in tutto questo contesto storico-politico-sociale, Papa Montini riesce a portare la Chiesa verso l’ascolto delle nuove “esigenze” che già Giovanni XXIII aveva individuato.

L’enciclica “Populorum progressio” rimane uno dei documenti sociali più luminosi della Storia della Chiesa. Dedicata alla cooperazione tra i popoli e al problema dei paesi in via di sviluppo, denunciava l'aggravarsi dello squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, criticava il neocolonialismo e ribadiva con forza il diritto di tutti i popoli al benessere. Ma altro documento, impossibile tralasciare, è la “Gaudium et spes”: un vero e proprio confronto della Chiesa con il Mondo, partendo dalla principale fonte che l’intera società e la Chiesa stessa non possono dimenticare, l’Essere umano.

Profeta. Basta, alla fine, una sola parola per descrivere Paolo VI. Profeta del nostro tempo. Il ponte tra il Concilio Vaticano II e il 2000, espresso nel Pontificato di San Giovanni Paolo II.  Papa Paolo VI, o meglio – ormai – San Paolo VI ha visitato diciotto paesi stranieri.  Doveroso ricordare l’incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Atenagora e con Yeghishe Derderian, patriarca armeno di Gerusalemme (1964): sono le basi del dialogo ecumenico che successivamente caratterizzerà il pontificato di Wojtyla. E’ l’inizio degli innumerevoli viaggi apostolici del Papa di Roma. La Chiesa esce e incontra, non rimane chiusa nella “roccaforte vaticana”: apre le braccia in segno di dialogo e apertura. Quelle braccia aperte che tutti abbiamo in mente, quando a San Pietro – il giorno della sua beatificazione, il 19 ottobre 2014 – viene esposta la sua immagine alla venerazione dei fedeli. Sembra quasi che Papa Montini voglia abbracciare tutti, certo e con il sorriso colmo di speranza, di vedere sorgere finalmente la sua famosa “civiltà dell’Amore”.


Antonio Tarallo

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