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Il diavolo e padre Pio

Ogni sera si udiva un tonfo formidabile

di Gelsomino Del Guercio

In quattro conventi della Provincia Religiosa dei Frati Cappuccini, il diavolo ha seguito padre Pio, in modo particolare, attaccandolo duramente e usando tutta la sua astuzia, prima che lo stesso arrivasse a San Giovanni Rotondo: Sant’Elia a Pianisi, Venafro, Foggia e, per ultimo, San Giovanni Rotondo.

IL DIAVOLO A FOGGIA
La permanenza di padre Pio a Foggia è contrassegnata da una costante e furibonda lotta contro il demonio, peggiore di tutte le altre avute negli altri conventi. Le vessazioni diaboliche furono talmente impressionanti da far inorridire gli stessi frati che vivevano con lui. Nella corrispondenza con il confessore e il direttore spirituale, padre Pio parla di lotta, persecuzione e feroci assalti che non gli davano tregua né di giorno né di notte, con percorse date con ordigni di ferro.



IL GIUDIZIO DEI BIOGRAFI
Tutti i biografi di padre Pio, da padre Alessandro da Ripabottoni, a Renzo Allegri passando attraverso Luigi Peroni, hanno raccontato le manifestazioni diaboliche che si verificarono in Convento a Foggia.

UN TONFO SUL PAVIMENTO
Riportiamo il racconto di padre Marciano Morra, il quale ha attinto direttamente alla relazione scritta da padre Paolino da Casacalenda, che ebbe la possibilità di vivere con Padre Pio e di essere testimone oculare di tanti episodi. Ogni sera, riportava padre Marciano, nel convento all’improvviso si udiva un tonfo formidabile, come di un bidone di benzina caduto di peso sul pavimento, proveniente dalla stanza di padre Pio ubicata al piano superiore in corrispondenza del refettorio.

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PALLIDO E SENZA FORZE
Allo spavento bisogna aggiungere la preoccupazione dei frati, giacché, accorsi nella stanza di padre Pio, lo trovarono a letto pallidissimo e così prostrato nelle forze fisiche da non poter proferir parola. A causa del grande sudore lo aiutava a cambiarsi la camicia che sembrava essere stata messa in un tino d’acqua. Questa notizia può sembrare esagerata, ma padre Paolino chiarisce ancora meglio il fatto, affermando che la camicia era talmente bagnata da gocciolare ‘se fosse stata sollevata, come fanno le nostre donne quando lavano la biancheria, tanta era l’abbondanza del sudore emanante dal corpo del povero padre.

L’ESPERIMENTO DI PADRE PAOLINO
Per rendersi conto quanto i frati gli avevano riferito corrispondesse tutto a verità, la sera stessa del suo arrivo, con fare spiritoso, padre Paolino dice a Padre Pio che, giacché si trovava presso di lui, sarebbe rimasto fino all’ora di cena nella sua stanza, per vedere se lo spirito maligno aveva il coraggio di venire alla sua presenza. Padre Pio, sorridendo, lo sconsiglia e gli assicura che ha molta speranza che il fatto non avvenga quella sera.

IL “CONSIGLIO” DI PADRE PIO
Padre Paolino, però, tiene duro e rimane con il padre, conversando con lui mentre i frati cenano. Il tempo passava tra un discorso e l’altro, senza che accadesse alcun inconveniente. Padre Paolino, sornione, fa capire che quasi quasi il diavolo ha paura e, di conseguenza, anche padre Pio deve aver più paura di lui che del diavolo stesso. Convinto, poi, che quella sera il demonio non avrebbe tormentato il padre e accortosi che i frati avevano terminato la cena e stavano riordinando il refettorio, ascolta il consiglio di padre Pio, che lo esortava ad andare a mangiare.

“CORRISPONDEVA A QUELLO CHE MI ERA STATO DETTO”
Uscito dalla cameretta, appena disceso il primo gradino, sente il solito tonfo formidabile che lo scuote da capo a piedi. Rammaricato, rientra immediatamente nella stanza del padre che trova pallidissimo. A questo punto commenta: “Aiutai anch’io a cambiare il Padre e mi accorsi che il sudore era abbondantissimo e che tutto corrispondeva a quello che mi era stato detto”. L’assalto diabolico, anche quella sera, terrorizza e sconvolge Padre Pio.


Gelsomino Del Guercio

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