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Il portoghese Fernando de Bulhões, ossia Sant’Antonio di Padova

Non poteva mancare, in questo approfondimento, il cercare di “tornare alle origini” del Santo

di Antonio Tarallo
Credit Foto - Agensir

FOCUS SANT’ANTONIO

 

“S’Antonio e Oggi. Un Santo che parla ancora a tutti noi”

di Antonio Tarallo

Seconda puntata

A colloquio con Sua Eccellenza Antonio Almeida Lima

Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede.

“Il portoghese Fernando de Bulhões, ossia Sant’Antonio di Padova”

Non poteva mancare, in questo approfondimento, il cercare di “tornare alle origini” del Santo. Andiamo, allora, a scoprire “dove tutto è cominciato”. Ci aiuta in questo – e lo ringraziamo per la gentile disponibilità – l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede, Antonio Almeida Lima, nato appunto nella città di S. Antonio, l’affascinante e vitale Lisbona.

Dopo diversi, importanti incarichi – da Capo di Gabinetto del Ministero degli Affari Esteri e delle Comunità portoghesi  a Console Generale a Rio de Janeiro – è stato nominato nel 2012, Capo del Protocollo di Stato, con rango di Ambasciatore.

Dal 2017 ricopre l’incarico di Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede.

 

E’ il 1200. Signor Ambasciatore, questa l’epoca in cui il Santo nacque a Lisbona.

Un profilo sotto l’aspetto sociale e politico del Portogallo, di quella lontana epoca.

 

Sant’Antonio nasce a Lisbona nel 1195, dove fu battezzato con il nome di Fernando de Bulhões, nella circoscrizione della Sé, la cattedrale nelle vicinanze delle casa de genitori. Il Portogallo aveva meno di un secolo quando divenne indipendente dal regno di León e i Cavalieri cristiani portoghesi, aiutati dai mercenari tedeschi, inglesi e francesi – da decenni – cercavano di conquistare i mori del Nord Africa, il territorio della penisola Iberica che dall’VIII secolo era sotto il dominio dei regni mozarabici.

Il primo Re del Portogallo, D. Afonso Henriques 1109-1185, figlio di una principessa-regina castigliana e di un principe della Borgogna, contava sulla preziosa collaborazione dei frati degli ordini religiosi più importanti dell’epoca per la lotta e l’affermazione di un Portogallo indipendente. Così, i frati agostiniani del convento di Santa Croce di Coimbra e i cistercensi del monastero di Alcobaça esercitarono un’influenza notevole nella creazione dell’identità nazionale portoghese, nel ripopolamento del territorio, nell’educazione e nella difesa del paese.

Tutto questo inquadra il momento in cui crebbe e si formò Fernando di Bulhões, che iniziando i suoi studi nella scuola da Sé di Lisbona, sente la chiamata alla vocazione e entra a far parte dei frati agostiniani di Santa Croce di Coimbra, adottando il nome di Antonio.

Sappiamo che Fernando rimane non poco nella sua terra. Prima della partenza verso altri lidi. Vive circa venticinque anni in Portogallo, tra Lisbona e soprattutto Coimbra, come ha detto. Quanto, secondo Lei, ha influenzato nel carattere, nella personalità del Santo, la Terra in cui è nato? Questo mare così presente, questo mare che apre ad ogni Uomo l’idea/ideale del viaggio: il varcare “l’inesplorato”…

Lisbona, città di porto durante il passaggio del mediterraneo per il nord Europa, abitata e visitata da gente di ogni dove. La leggenda narra che Ulisse fu il suo fondatore e vi sono registri di presenza fenicia.  Lisbona non può non aver influenzato il giovane Fernando.

L’imponenza cospicua dell’Atlantico, allo stesso tempo l’avventura della riconquista cristiana, con svariati episodi di guerrieri coraggiosi, destini e vocazioni spirituali e nazionali, sicuramente avranno influenzato la crescita e l’educazione di Fernando.

L’Episodio rilevante del passaggio in Portogallo del funerale dei martiri del Marocco, i poveri frati francescani uccisi in quel paese del Nord Africa, paese limitrofo al Portogallo, lascia un segno decisivo nella vita di frate Antonio, che preso da un immenso fervore mistico decise di partire con lo scopo di evangelizzare quei popoli e continuare la missioni dei suddetti martiri.

Il destino gli fece un brutto scherzo e non giunse a rendere concreto questo progetto specifico, ma il suo legame con i nuovi ordini dei Francescani e l’amicizia con San Francesco d’Assisi faranno il resto della sua conosciuta storia universale.

Portogallo, terra di grandi tradizioni popolari. Però, il mondo sta cambiando sotto diversi aspetti. La tecnologia che avanza sempre più, inevitabilmente, sta prendendo il posto di diversi costumi nazionali, e questo accade soprattutto con le nuove generazioni.

Ora, il Portogallo – fra le varie feste importanti – ha riservato sempre per S. Antonio una particolare venerazione…

Il 13 giugno, giorno di Sant’Antonio, é il giorno più importante di Lisbona. Dalla chiesa di Sant’Antonio adiacente della Sé, parte una processione con l’immagine del Santo che percorre le strade del centro, nella Sé si celebrano matrimoni (in collettività), organizzati dal municipio di Lisbona, per strada si vende il Manjerico con bigliettini che riproducono quartine di poesie popolari. Difficilmente potrebbe essere qualcun’altro il patrono della città essendo il suo figlio più conosciuto in tutto il mondo. La gente esce per strada e durante tutto il mese di giugno vi sono feste nei vari quartieri. Un gruppo di ballerini sfila nell’Avenida da Liberdade, si organizzano feste popolari d’estate da tutte le parti. Si mangiano le Sardine, febras e chouriço alla brace. Si bevono vino e birra. Vi sono concorsi, corse, fiere. È festa!

La devozione a Santo Antonio continua viva in tutti i lati. C’è da dire che Santo Antonio non è solo il patrono di Lisbona, ma anche di altre località, ma essendo la sua capitale, le feste hanno un altro carattere.

 

Abbiamo parlato con il Rettore dell’Antonianum, Suor Mary Melone, insigne studiosa di Antonio di Padova, in merito a una “lacuna”, presente fortemente in Italia: ci sidimentica spesso del “Dottore della Chiesa”, Sant’Antonio.

Quanto, nella Sua terra di origine, questa definizione viene “sentita” e soprattutto “studiata”?

 

A livello di studi accademici, Sant’Antonio è ampiamente conosciuto e studiato da molti anni in Portogallo. La pubblicazione delle sue prediche è già diffusa – forse meno letta oggi...

 

Antonio da Lisbona quanto è conosciuto dai giovani portoghesi? Una figura lontana nel tempo, come quella del Santo, riesce ad essere presente nell’era digitale dei giovani ragazzi portoghesi?

Il fatto di essere stato proclamato Santo e dottore della chiesa in breve tempo dopo la sua morte è motivo di orgoglio per i portoghesi, come anche il suo carattere universale e la sua devozione. Diciamo che la conoscenza a livello giovanile di questa figura così importante della storia della chiesa e del Portogallo è un imperativo educativo permanente. Essere giovani oggi non significa necessariamente cercare solo la consacrazione effimera dei “Likes” su instagram, si deve essere qualcosa in più e vedere nell’esempio di dedizione vocazionale di Sant’Antonio da Lisbona e di Padova agli altri, alla causa dei più poveri, agli esclusi, all’amicizia con il Poverello di Assisi, sono state sfide radicali del suo tempo che hanno segnato per sempre il mondo e la percezione che si può avere dal servizio verso gli altri.



Antonio Tarallo

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