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Il trionfo di Maria in Cielo: è il dogma dell'Assunta

Ecco con quali parole è stato proclamato il dogma e perché si festeggia il 15 agosto

di Antonio Tarallo

“La liturgia della chiesa non crea la fede cattolica, ma la suppone, e da questa derivano, come frutti dall'albero, le pratiche del culto, i santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi rivolti al popolo in occasione di questa festa non vi attinsero come da prima sorgente la dottrina; ma parlarono di questa come di cosa nota e ammessa dai fedeli; la chiarirono meglio; ne precisarono e approfondirono il senso e l'oggetto, dichiarando specialmente ciò che spesso i libri liturgici avevano soltanto fugacemente accennato: cioè che oggetto della festa non era soltanto l'incorruzione del corpo esanime della beata vergine Maria, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste «glorificazione», a somiglianza del suo unigenito Gesù Cristo. (...) abbiamo ferma fiducia che questa solenne proclamazione e definizione dell'assunzione sarà di grande vantaggio all'umanità intera, perché renderà gloria alla santissima Trinità, alla quale la Vergine Madre di Dio è legata da vincoli singolari. Vi è da sperare infatti che tutti i cristiani siano stimolati da una maggiore devozione verso la Madre celeste, e che il cuore di tutti coloro che si gloriano del nome cristiano sia mosso a desiderare l'unione col corpo mistico di Gesù Cristo e l'aumento del proprio amore verso colei che ha viscere materne verso tutti i membri di quel Corpo augusto”.

Parole del pontefice Pio XII nella sua Costituzione Apostolica Munificentissimisus Deus. La Glorificazione di Maria con l’assunzione al Cielo in anima e corpo: è il dogma dell’Assunzione di Maria. Con questo atto del 1 novembre 1950, la Chiesa promulgava il famoso dogma. Una bolla, quella di papa Pacelli, che ci riconduce alla solennità di oggi: l’Assunzione della Vergine in Cielo. Questa festa era - da sempre - celebrata nella Chiesa di Roma come in quelle di Oriente, proprio il 15 agosto di ogni anno. Munificentissimisus Deus è un documento che potrebbe definirsi una pietra miliare del magistero del Vescovo di Roma che ha posto per sempre il sigillo sull’ultimo dogma mariano della Chiesa cattolica dopo quello del Concilio di Efeso del 431 in cui venne dichiarata “Maria Madre di Dio” e quello della bolla del beato Pio IX del 1854 Ineffabilis Deus con cui, invece, la Vergine venne proclamata “Immacolata concezione”.

Quanto allo sviluppo storico della festa dell’Assunzione, le prime testimonianze risalgono già alla fine del IV secolo e l’inizio del V secolo, come documentano gli scritti specialmente di sant’Efrem il Siro e di sant’Epifanio di Salamina. Questi, nel suo Panarion, circa la morte di Maria, enuncia tre ipotesi possibili e sostenute, all’epoca, da autori diversi: Maria non è morta, ma è stata trasferita da Dio in un luogo migliore; Maria è morta martire; Maria è morta di morte naturale. Egli non sa scegliere con sicurezza fra le tre ipotesi, poiché “nessuno ha conosciuto la sua fine”, ma pensa che in ogni modo la fine di Maria deve essere stata gloriosa e degna di lei. La testimonianza di Epifanio, comunque, assicura che nella Chiesa, alla fine del V secolo, non esisteva ancora una tradizione precisa, né di carattere storico, né di carattere dogmatico, circa la morte di Maria.

A Roma la celebrazione della festa dell’Assunzione venne introdotta ufficialmente, nel VII secolo, da papa Sergio I. All’epoca le feste mariane erano: la Purificazione, l’Annunciazione e la Natività. A queste, si aggiunse, appunto l’Assunzione di Maria, divenendo ben presto la più importante di tutte, conservando fin dalle origini sia il nome sia il significato attuali. Da Roma poi si estese rapidamente, durante i secoli VIII e IX, a tutto l’Occidente, anche nella Gallia, precisando il contenuto e stabilendo la data della festa al 15 di agosto. In Oriente gli autori, nello spiegare e giustificare la festa dell’Assunzione, si richiamano facilmente agli apocrifi: la consacrazione del corpo di Maria mediante la maternità divina, l’onore dovuto dal Figlio alla Madre, l’unione effettiva tra la Madre e il Figlio, la concezione e la nascita verginale del Figlio, l’onore di Maria come Nuova Eva.


Antonio Tarallo

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