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La storia vocazionale di fra Flavio e il suo sentiero tra le Ande

In campagna non c’era quasi nessuno che ci proteggeva. Non c’erano le forze dell’ordine, non c’era neanche il prete.

Sono Fra Flavio Cesar Laura Charca, sono nato a San Roman (Perù) l’11 marzo 1981, sono il primo di quattro figli. Ho un fratello e due sorelle. Sono cresciuto a 3800 metri sopra il livello del mare sulle Ande del Perù e proprio lì è nata e maturata la mia inquietudine per la vita religiosa.

All’inizio del ’90, anni cruciali per il Perù a seguito della una crisi politica ed economica e, soprattutto, a causa del gruppo terrorista locale di impostazione maoista. La provincia di San Roman, insieme alle altre provincie della regione montuosa delle Ande, ha vissuto l’irruzione del terrorismo, sebbene non con la stessa violenza con cui si è manifestato in altre regioni.

Mio padre, catechista e autorità politica, era ricercato, le minacce si susseguivano, ero piccolo ma vivevo in constante tensione e paura, per la sorte di mio padre e per le famiglie dei miei amici. Non capivo la morte senza motivo di tantissime persone, né l’agire delle persone contro i propri simili.

In campagna non c’era quasi nessuno che ci proteggeva. Non c’erano le forze dell’ordine, non c’era neanche il prete. Durante la festa della Santa Croce per la prima volta vidi un prete venire da noi, da quel momento decisi che sarei diventato religioso. Ne parlai con mio padre che in un primo momento mi scoraggio, ma poi divenne un mio grande sostenitore.

Durante il periodo universitario non avevo smesso di frequentare i campi e gli incontri vocazionali. Un giorno mentre ero in giro per la grande città vidi per la prima volta un frate minore, mi colpì quella figura e mi avvicinai per parlargli della mia inquietudine.

Lui mi invitò a fare un’esperienza in convento, ero molto contento che lasciai tutto, gli studi, i miei progetti e tutto quanto ed andai a vivere al convento di San Francesco in Arequipa, dove la prima cosa che mi colpì, e lo porto con me finora, è la familiarità delle relazioni. Passai poi un mese di discernimento insieme ad altri ragazzi. Da Lima mi rimandarono a casa dicendo che ero molto piccolo e poco maturo, infatti avevo appena 18-19 anni. Ritornai molto scoraggiato da questa esperienza non tanto positiva.

Un giorno in una biblioteca trovai un piccolo libro dal titolo “Cuando sale el sol nace la vida” (La vita nasce quando spunta il sole): poche pagine che raccontano la storia di Miguel Tomasek e Zbigniew Strzalkowski, - frati missionari ora beati martiri - uccisi in Perù dal gruppo terrorista. Decisi di diventare uno di loro e come loro. Mi rivolsi ai Frati Minori Conventuali da poco presenti in Perù, Occupa un posto privilegiato nel mio cammino vocazionale la testimonianza dei beati frati Miguel e Zbigniew, martiri in Perù, grazie a loro io sono qui. Non li ho conosciuti personalmente, ma il loro martirio mi lega a questa famiglia. Certamente sono frutto dell’amore di Dio ma anche frutto del loro martirio.



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