Le estasi di Suor Chiara, la clarissa che parlava con Gesù
Il 15 marzo sono iniziati gli eventi per il quarto centenario della nascita della mistica salentina
di Gelsomino Del GuercioIl 15 marzo c'è stata l'apertura del IV centenario della nascita della Serva di Dio, Suor Chiara di Gesù, “la grande mistica del mezzogiorno” al secolo Isabella D'Amato. Nel palazzo ducale di Seclì, in provincia di Lecce, alla presenza dei frati e delle clarisse di Nardo (autrici di una biografia della religiosa), del vescovo Fernando Filograna si è ricordata la figura di questa mistica di origini nobili e colpita da una malattia rara sin da bambina.
DA NOBILE A RELIGIOSA
Alla giovane Isabella apparve la Madonna vestita di bianco e circondata di angeli, nella cappella domestica. Da allora le visioni non cessarono più. Decisivi per la sua formazione religiosa furono i contatti con i frati Minori Osservanti del convento di Sant'Antonio di Seclì e a soli 18 anni e senza alcuna costrizione, come all’epoca accadeva, entrò nel monastero delle Clarisse di Nardò insieme alla sorella minore Giovanna.
L'ESTASI
Tutta la sua vita fu una corsa incontro al suo unico e sommo Bene: Gesù. Ecco perché quando si trattò di prendere il nome da religiosa scelse Suor Chiara di Gesù rinunciando anche al cognome. In convento, ebbe l'incarico di maestra delle novizie ma quello che la distingueva dalle altre religiose erano i doni celesti. Ebbe fenomeni mistici e l’estasi, durante la quale si estraniava dal mondo circostante per venire assorbita completamente dalle realtà eterne.
LA TESTIMONIANZA
In una di queste estasi avvenne lo scambio dei cuori tra lei e Gesù come riferito nella testimonianza processuale dal suo confessore: «Nella Domenica in Albis, apparendole Nostro Signore, li presentò due cuori: uno di carne tinto di sangue, l’altro d’una materia trasparente e lucida come cristallo, con queste lettere in oro: JESUS NAZARENUS REX IUDAEORUM. Le disse che quello era Cuore suo e che lo donava a lei, e quello di carne era d’essa Chiara. A lei, dopo questa visione, l’era rimasta una dolcezza ineffabile, nell’anima e divenuta più soave nel parlare».
FAMA DI SANTITA'
La fama di santità di Suor Chiara si diffuse rapidamente, così come l'intuito profetico. Morì il 6 luglio 1693 circondata dall'amore delle consorelle e sopratutto del suo Gesù.
Gelsomino Del Guercio
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