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Papa Francesco e la necessità di 'guarire il mondo'

La Libreria Editrice Vaticana pubblica le omelie del Pontefice sulla pandemia

di Antonio Tarallo

Sagrato di Piazza San Pietro, 27 marzo 2020. Un uomo, un pontefice, solo, davanti a una piazza vuota. Il colonnato del Bernini silenzioso, così come tutto il luogo intorno. Solo il rumore della pioggia fa da sottofondo a uno dei momenti più intensi della Storia. Il pontefice parla al mondo intero, parla al Crocifisso miracoloso della chiesa romana di San Marcello al Corso. “Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti”. 

Così iniziava una delle omelie di Papa Francesco più intense, più sentite del suo pontificato. La pandemia del covid19 aveva messo il mondo di fronte alla Parole che entreranno nei libri di Storia dei nostri figli, dei nostri nipoti. Un’immagine che come ha sottolineato il cardinale Turkson nella sua prefazione al libro, richiamava quella del “servo sofferente” di Isaia, portandosi addosso la disperazione e il dolore del mondo. Con le sue parole sulla tempesta espresse “l’ansia collettiva” del mondo ma anche richiamava l’immagine del “sommo sacerdote” che rappresentava la famiglia umana davanti a Dio, cercando guarigione e consolazione nello smarrimento.

Guarire il mondo”, edito dalla Lev (2021), la Libreria Editrice Vaticana, raccoglie  le parole di Papa Francesco sulla pandemia di coronavirus pronunciate durante le udienze generali dal 5 agosto 2020 al 23 settembre 2020. Lo scopo del testo: trasmettere l'intenzione espressa dal Pontefice a conclusione dell'udienza generale del 5 agosto scorso: "È mio desiderio riflettere e lavorare insieme, come seguaci di Gesù che guarisce, per costruire un mondo migliore, pieno di speranza per le generazioni future".

Si inizia con la catechesi introduttiva che presenta Gesù come unico possibile “guaritore”. Poi, le parole del pontefice si concentrano sulla guarigione delle relazioni in un mondo dove siamo di fatto interconnessi. Uno dei temi trattati è la disuguaglianza: questa non è che il frutto di una crescita economica iniqua. Centrali sono solidarietà e sussidiarietà in questo cammino. Un nuovo cammino si apre davanti a noi. Un cammino che non può non dimenticarsi - soprattutto -  di tenere lo sguardo fisso su Gesù. E’ lui il nostro unico “guaritore”. Ed è lui che ci invia come consolatori. E’ forte, infatti, la chiamata a mettersi al servizio per costruire una “civiltà dell’amore” che promuova il bene comune a tutti i livelli.

E allora ci chiediamo: in che modo possiamo aiutare a guarire il nostro mondo, oggi? Come discepoli del Signore Gesù, che è medico delle anime e dei corpi, siamo chiamati a continuare «la sua opera di guarigione e di salvezza» in senso fisico, sociale e spirituale”. Così si esprimeva Papa Francesco nell’udienza del 5 agosto 2020: la prima udienza raccolta nel libro “Guarire il mondo”. Proprio in quell’udienza, lo stesso pontefice, faceva riferimento ad alcuni principi “che possono aiutarci ad andare avanti, per preparare il futuro di cui abbiamo bisogno”: il principio della dignità della persona, il principio del bene comune, il principio dell’opzione preferenziale per i poveri, il principio della destinazione universale dei beni, il principio della solidarietà, della sussidiarietà, il principio della cura per la nostra casa comune”. 


Antonio Tarallo

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