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San Pasquale Bayoln, tra curiosità e leggende

Il santo protettore delle donne 

di Antonio Tarallo

Mese di maggio, mese di Maria; ma maggio è anche il mese della festa della mamma da poco festeggiata; e, sempre il mese di maggio, è il mese delle rose, fiore gentile che indica - per l’immaginario collettivo - la gentilezza delle donne. E San Pasquale Bayoln, francescano, del quale oggi ricorre la memoria liturgica, è conosciuto proprio come il santo protettore delle donne.

Non era né prete, né teologo ma un umile questuante e addetto alla portineria nel convento dei francescani Alcantarini di Santa Maria di Loreto dove arrivavano numerosi fedeli per farsi spiegare il mistero dell’Eucaristia. Fu canonizzato da Alessandro VIII nel 1690 e nel 1897 Leone XIII lo proclamò patrono dei Congressi eucaristici. Pasquale non ha potuto studiare, dovendo fare il pastore. Il suo sogno fin da piccolo era quello di farsi frate francescano, e imitare il Padre Serafico in umiltà e carità ma ha dovuto aspettare prima di essere accolto in un convento presso Valencia. Non chiederà mai altro. Come Francesco d’Assisi, non era né teologo né prete, e continuamente esortava a prestare “tutta la riverenza e tutto l’onore al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio Onnipotente”. L’Eucaristia, centro dell’esistenza del santo che nella semplicità francescana riusciva a spiegare al popolo la Sua importanza. E quando si pensa a questo intenso rapporto tra l'Eucaristia e il santo spagnolo non può non venire in mente un’opera d’arte davvero affascinante: è il gruppo scultoreo “San Pasquale Baylon in adorazione del Santissimo Sacramento” che si trova nella basilica della Santissima Annunziata del Vastato, una chiesa genovese ricca di raffinate opere d’arte. In questa preziosissima chiesa troviamo questo altare adornato da statue che rappresentano il frate francescano tutto rapito dall’adorazione del Santissimo Sacramento. Le sculture in legno furono realizzate da Anton Maria Maragliano tra il 1710 e il 1713; un’opera di affascinante bellezza e di straordinaria armonia per i suoi colori, per il senso del movimento e per la vivacità dell’insieme.

Nella biografia di questo santo c’è una coincidenza assai “curiosa”: Pasquale nasce il 16 maggio 1540, nel giorno di Pentecoste, e morirà, stanco e provato dai continui digiuni e dalle privazioni corporali, il 17 maggio 1592, giorno ancora una volta di Pentecoste. Tra l’altro, il suo nome, Pasquale, lo deve proprio a questa importante solennità della Chiesa che in spagnolo è detta anche “Pasqua rosata” o “Pasqua di Pentecoste”; da questo, il nome appunto di Pasquale.

Ma c’è un’altra curiosità, di altra natura, riguardo al santo: famosa è la preghiera popolare, citata spesso anche dalla giornalista napoletana Matilde Serao, da recitare per nove sere di seguito per trovare l’anima gemella: “San Pasquale Bailonne protettore delle donne, mannateme nu marito rubicondo e sapurito, comme a vuje, tale e quale, gloriosissimo San Pasquale”, che tradotta sarebbe “San Pasquale Baylonne, protettore delle donne, fammi trovare marito, bianco, rosso e colorito, come te, tale quale, o glorioso san Pasquale!”. Inoltre lo stesso santo è famoso per essere anche il protettore dei cuochi e dei pasticceri, perché inventò lo zabaione, così vuole la leggenda. Secondo alcuni creò questo dolce a Torino e consigliava alle spose infelici di prepararlo e farlo mangiare ai mariti affinché riaccendesse in loro l’amore. Fu così che il nome “San Baylon” in torinese diventò “Sanbajon”; di seguito "zabaione".


Antonio Tarallo

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