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San Tommaso, l’apostolo che non credeva”

Il dito nel costato di Cristo, il quadro del Caravaggio, la biografia del santo

di Antonio Tarallo

L’incredulità di San Tommaso

Tutti noi abbiamo in mente, se pensiamo a Tommaso, l’apostolo che dopo la Resurrezione non ha creduto, un’immagine ben precisa: il dito nel costato del Cristo Risorto. L’ha immortalata - per sempre - questa immagine il Caravaggio nel suo “L'Incredulità di san Tommaso”, un dipinto a olio su tela, grande 107 × 146 cm, realizzato tra il 1600 ed il 1601, e ora conservato nella Bildergalerie di Potsdam. E’ una fotografia di uno dei momenti più famosi raccontati dal Vangelo di San Giovanni, al capitolo 20: dopo l'apparizione di Gesù agli apostoli, Tommaso, detto anche Didimo - non presente in quel momento - fu restio a credere che il Cristo morto fosse apparso in mezzo a loro, e - così - affermò che avrebbe creduto solo se avesse messo un dito nella piaga del costato di Gesù. Otto giorni dopo Gesù apparve di nuovo agli apostoli e, rivolgendosi proprio a Tommaso, disse:"Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!". Il pittore raffigura l'apostolo Tommaso mentre infila il dito nella ferita del costato di Gesù, secondo una determinata tradizione iconografica, con altri due apostoli che osservano la scena. Lo spettatore del quadro sembra quasi essere entrato - per magia - in quella scena, in quel momento così alto del Vangelo di Giovanni. L’incredulità di San Tommaso, con quel gesto, decade in un solo momento. L’apostolo Tommaso, finalmente crede nella Resurrezione del Cristo, e riconosce in quell’Uomo apparso davanti a lui e agli altri apostoli, il suo Maestro. Ma chi era Tommaso? Qual’è la sua storia? Che uomo era? Da dove veniva?

Chi era San Tommaso?

Nei Vangeli sinottici, Tommaso viene nominato insieme a Matteo, mentre negli Atti degli Apostoli, a Filippo. Il Vangelo di Giovanni è quello che meglio descrive la sua persona: lo definisce parla di lui Didimo, cioè gemello. Secondo Origene e la tradizione, Tommaso evangelizzò, intorno al 42- 49, i Parti, i Medi, i Persiani e gli Ircani, popoli confinanti e in relazione con l’India. Oggi i cristiani di san Tommaso dell’India si ritengono evangelizzati da san Tommaso. Gli “Acta Tomae”, scritti originariamente in siriaco ad Edessa probabilmente alla scuola di Bardesane, gnostico del terzo secolo, sono giunti fino a noi con diverse interpolazioni e rifacimenti latini, quali il “De Miraculis B. Thomae apostoli” di san Gregorio di Tours e la “Passio sancti Thomae”.

Gli Atti di Tommaso sono divisi in tredici capitoli e si chiudono con l’ultimo che parla del martirio di san Tommaso: potremmo definirla una biografia del santo. E, per raccontare la sua storia, ci rifaremo proprio a questi Atti. Nel primo Atto, l’apostolo riceve - per sorteggio - l’evangelizzazione dell’India. Tommaso si rifiuta, perciò gli appare il Cristo che lo incoraggia. In India, l’apostolo incontra il mercante Habban, inviato dal re Gundaphor alla ricerca di un architetto, per poi continuare la strada con lui. Tommaso e il mercante giungono ad Andrapoli e assistono alle nozze della figlia del re del luogo. Alla fine del banchetto, invita gli sposi a vivere in castità. Gli sposi accettano, il re è furente e cerca i due presunti colpevoli, ma essi sono già saliti su una barca. Nel secondo Atto, troviamo San Tommaso alla corte di Gundaphor: riceve l’incarico di costruire un palazzo, in qualità di presunto architetto. Una volta eseguito il lavoro, riceve il relativo compenso per poi distribuirlo interamente ai poveri. Il re si indigna e ordina di gettare in prigione Tommaso e il mercante per farli morire, bruciati vivi. Durante la notte, muore il fratello del re, ma gli angeli lo riportano in vita.
Fanno comprendere al re che Tommaso ha costruito un palazzo non tanto di mattoni, bensì uno ancora più importante: celeste. Negli altri capitoli seguono i racconti dei miracoli e i tentativi di persecuzione operati dal re Mazdai verso l’apostolo. Nell’ottavo e ultimo capitolo, Tommaso, trasportato su un alto monte, finisce ucciso a colpi di lancia dai bramini e il suo corpo trasportato ad Edessa. Gli antichi martirologi siriaci hanno identificato la data del martirio nel 3 luglio del 68. I cristiani del Coromandel ritengono l’anno 72 la data del martirio.


Antonio Tarallo

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