FRANCESCO, UN PAPA PARROCO DEL MONDO
di ORAZIO LA ROCCA
“Fratelli e sorelle, buona sera!....”. Comincia con queste parole il pontificato di papa Francesco che il 13 marzo di quest'anno ha tagliato il traguardo dei primi 5 anni di vita. Quattro semplici parole che ebbero la forza di caratterizzare subito il nascente pontificato del successore di Benedetto XVI, l'argentino Jorge Mario Bergoglio, la sera dell'elezione dalla Loggia della Benedizione della basilica di San Pietro. Nessun Pontefice prima di lui aveva avuto il coraggio di assumere un nome tanto impegnativo. E con lui la Chiesa diventa più francescana, più vicina a poveri, malati, migranti; più sensibile ai valori della pace, del dialogo, dell'ambiente. Pur scossa dagli scandali della pedofilia, dal caso Vatealiks, dalle inchieste sullo Ior, la banca vaticana, la Chiesa riprende la navigazione grazie alla guida “stabile e sicura di Bergoglio, l'unico leader morale mondiale”, secondo Julia Krysteva, filosofa laica francese di origini bulgare, e di altri osservatori notoriamente non papisti, come Eugenio Scalfari, il fondatore del quotidiano “La Repubblica”, tra i più assidui intervistatori di Francesco, al quale è legato da amicizia sincera e reciproca stima.
La “rivoluzione” di Bergoglio inizia, dunque, con quel sorprendente “buona sera!”. Ma poi prende quota con grandi e piccolo gesti, fin dal giorno dopo l'elezione quando va alla Casa del Clero nel centro di Roma per saldare il conto della stanza che aveva preso durante i lavori preparatori del Conclave, per recarsi dopo, come un pellegrino “qualsiasi” alla basilica di S.Maria Maggiore per pregare davanti all'icona della Vergine Salus Populi Romani, l'immagine tanto cara ai romani, un gesto che farà ogni volta che tornerà dai viaggi apostolici, il primo dei quali all'isola di Lampedusa dopo la morte di centinaia di migranti nel canale di Sicilia. Rifiuta di abitare nel grande appartamento di oltre 300 metri quadri nel Palazzo Apostolico, con vista su piazza S. Pietro, per sistemarsi nell'Ospizio di S. Marta in (poco meno di 80 metri quadrati) dove, oltre a vivere in comunità, ogni mattina celebra la Messa e tiene seguitissime omelie. Si serve di semplici auto utilitarie; porta con sé la vecchia borsa di pelle nera usata in Argentina; telefona ad amici e conoscenti in occasione di feste e ricorrenze.
Accanto ai gesti, la riforma dei dicasteri vaticani, a partire dalla banca vaticana, lo Ior, e le nomine, anche se qualcuno lo tradisce, come due membri della Cosea (la commissione di studio sulle finanze) un ecclesiastico ed una laica, che verranno condannati per aver trafugato documenti riservati. Ma anche il super ministro dell'economia, il cardinale australiano George Pell, costretto a tornare in patria per difendersi dall'accusa di aver coperto preti pedofili. Incidenti di percorso che comunque non frenano Bergoglio. Tra i suoi gesti più sorprendenti, le aperture pastorali sulla famiglia con i Sinodi nel 2015 e del 2016, culminati con la Lettera apostolica Amoris Laetitie che riammette ai sacramenti i divorziati risposati e chiede più attenzione a unioni civili, coppie di fatto e omosessuali, per i quali raccomanda “rispetto e accoglienza”, come spiega il 19 luglio 2013 di ritorno dal Brasile quando dice “Se una persona è gay e cerca il Signore in buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Attenzioni tutte legate a quella Chiesa “ospedale da campo dopo una battaglia”, annunciata all'inizio del pontificato.
Tra i momenti più significativi dei 5 anni bergogliani, il Giubileo della Misericordia, il primo storico incontro a Cuba col Patriarca ortodosso russo Kirill, i servizi di assistenza (barberia, docce, visite mediche..) per i senza fissa dimora che vivono intorno al Vaticano; le frequenti visite ai carcerati; le tre visite ad Assisi sulle orme di San Francesco; ed i mensili Venerdì della Misericordia dedicati a incontrare famiglie e sofferenti della periferia romana, dove il 19 maggio 2017, a sorpresa, va a casa – primo papa a farlo - di una decina di preti sposati con figli e mogli. Sul piano ecumenico, la visita a Ginevra al Consiglio ecumenico delle Chiese, la partecipazione in Svezia alle celebrazioni dei 500 anni della Riforma protestante e la visita insieme ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane ai migranti dell'isola di Lesbo, un viaggio breve dal quale rientrerà portando con sé alcune famiglie musulmane salvate dalle acque mediterranee. Instancabili gli appelli per i migranti, per i quali chiede a parrocchie, conventi, case religiose, di aprire le porte dell'ospitalità.
Le cifre. Dal 2013 Francesco pronunzia migliaia di discorsi (prolusioni, omelie, appelli ...); pubblica le encicliche, la Lumen Fidei nel 2013 e la Laudato sì nel 2015, 178 lettere, 2 Esortazioni apostoliche, l'Amoris Laetitia e la Evangelium Gaudium; compie 39 viaggi, 22 all'estero, una ventina in Italia. In Vaticano riceve Capi di Stato, leader politici, re, regine. Il presidente Usa Donald Trump il 24 maggio 2017. Ma anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, i vari premier che si alternano a Palazzo Chigi: Francesco, come i suoi predecessori, riceve tutti, parla con tutti di pace universale, bene comune e istanze degli ultimi. Come un infaticabile pastore, parroco del mondo.
ORAZIO LA ROCCA
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