Frati in estinzione in Trentino: in 150 anni ne sono "scomparsi" 250
di Gelsomino Del Guercio
Calo delle vocazioni, anzianità, laicizzazione della società. Le cause della diminuzione dei frati è arcinota. Ma per dare un'idea concreta di questa difficoltà, è emblematico il caso dei frati minori in Trentino.
Ad oggi questa è una delle maggiori realtà in tutto il centro-nord Italia. Eppure negli ultimi centocinquanta anni il loro numero è calato di ben 250 unità, passando da 300 frati minori, intorno al 1860, agli attuali 50.
Di recente a Trento si è svolto un incontro sulle "transizioni nella famiglia francescana", che da quelle parti ha messo radici quando San Francesco era ancora vivente.
DAL 1221 ALLA GUERRA MONDIALE
Dunque una storia quasi millenaria dato che la presenza dei frati in Trentino è datata 1221. I primi sono di passaggio verso la Germania e decidono di stabilirsi nel capoluogo Trento, come riporta Settimananews. Poi la loro presenza si estende a Riva del Garda e ad Arco.
Nel 1906 poi sono a Villazzano e, dopo la 2ª guerra mondiale, sono loro affidati il santuario di San Romedio e la custodia del cimitero, mentre, negli anni 60, ha il via l’infermeria sopra San Bernardino a Trento, analoga a quella dei cappuccini a Rovereto.
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I 6 LUOGHI FRANCESCANI
Oggi la loro presenza permane in sei case: Trento con l’infermeria, Arco, Pergine, Mezzolombardo con il noviziato della nuova Provincia (uno dei 4 noviziati d’Italia), Cles con la casa di accoglienza e Cavalese. L'età media dei frati è di 72 anni.
QUELLI SCOMPARSI…
Mentre non ci sono più frati minori a Villazzano, Trento-cimitero, Campo Lomaso, Rovereto, Borgo V. e Trento-S. Bernardino (da notare che Trento, Campo Lomaso e Rovereto erano anche parrocchie, ora riconsegnate alla diocesi).
Il paradosso è tutto qui: eispetto a tutto il territorio del Nord c’è ancora una concentrazione forte di presenze: qui vi sono 6 conventi per 500.000 abitanti, Milano con oltre 3 milioni di abitanti dovrebbe avere 36 conventi, e ne ha 3…
COSI' SI "ALLEVANO" NUOVI FRATi
«L’obiettivo principale che ci vede impegnati in questo momento – spiega fra Marco Tomasi – è di far crescere la qualità della nostra vita da frati; abbiamo impostato la formazione permanente sui temi prioritari che caratterizzano la nostra vocazione, vale a dire lo “spirito di orazione e devozione” e la vita fraterna, convinti che, quanto più siamo frati, tanto più siamo significativi e utili alla Chiesa. Ci stiamo caratterizzando sempre più nell’ambito della carità, con tanti frati e con tanti volontari laici impegnati, assieme ai quali si servono i poveri (…) Il Signore non credo ci chiami a contarci e a misurare le nostre forze; neppure a coltivare nostalgie; ma, attraverso il nostro carisma, ci chiama, alla speranza e ad essere fedeli al Vangelo, alla Chiesa, all’uomo e in armonia con il creato».
Gelsomino Del Guercio
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