Gianni Gennari: "Ero 'eretico', ora il mio libro è stato approvato"
Papa Luciani, non certo un progressista, lo chiamava «il mio Gennarino». Il resto della Chiesa, o quasi, «comunista», «eretico», «sovvertitore della fede», «negatore del catechismo», «traditore dei sacri ordini».
«La terrorista nera Francesca Mambro l’8 marzo 1978 mi sputò in faccia, urlandomi: “Prete rosso, a te t’ammazziamo!”. In tempi di coronavirus sarei morto», sorride Gianni Gennari, 80 anni, che dal 1984 è pure un sacerdote sposato.
Il resto venne di conseguenza: fuori dal Seminario minore, privato della cattedra di Teologia morale alla Lateranense, cacciato dal Pontificio istituto Marianum, estromesso dal liceo Giulio Cesare di Roma dove insegnava religione: «I 700 studenti raccolsero 10 fogli protocollo di firme affinché restassi e il preside presentò ricorso alla Corte costituzionale, ma perse».
Adesso un’inaspettata riabilitazione: un suo testo, censurato nel 1975 per eresia dall’ex Sant’Uffizio, diventa un libro, Gesù Cristo: «rivoluzione» di Dio, pubblicato dalle Edizioni VivereIn di padre Leonardo Sapienza, reggente della Casa pontificia, il collaboratore più vicino a papa Francesco dopo che il prefetto Georg Gänswein è passato ad altro incarico[..]. (intervista disponibile nell'edizione di oggi, lunedì 30 marzo, de il Corriere della Sera).
Stefano Lorenzetto, Corriere della Sera
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