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Orte, la città dove Francesco guarì miracolosamente il piccolo Giacomo

La cittadina è intrisa di luoghi francescani

di Gelsomino Del Guercio

Oggi la cittadina di Orte, in provincia di Viterbo, conserva una bellissima Chiesa intitolata a San Francesco. Accanto alla Chiesa si trova il convento dei francescani, che qui si stabilirono dal XIII secolo, con il bel chiostro.

GLI 11 COMPAGNI

Orte conserva numerose testimonianze della presenza di Francesco di Assisi da quando, nel 1209, soggiornò in questa cittadina con i suoi primi undici compagni per 15 giorni, presso la chiesetta rupestre di San Nicolao, sulla collina verdeggiante che sovrasta Orte Scalo. 

L'APPROVAZIONE DEL PAPA

Il Poverello, come riporta il portale www.newtuscia.it, era di ritorno da Roma, ove presso il Papa Innocenzo III aveva ottenuto per sé e per i suoi seguaci l’approvazione della Regola dell’Ordine dei Frati minori che ha fatto della povertà, del servizio ai più deboli e della preghiera i fondamenti di un autentico stile di vita che riesce ad avvicinare le Creature a Dio, in ogni tempo ed in ogni condizione sociale. 

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IL PRODIGIO


Ad Orte San Francesco operò il prodigio della guarigione di un bambino di nome Giacomo, con le estremità rattrappite dalla nascita. Il Santo acconsentì alle richieste  dei genitori e forse in quell’occasione ideò la costituzione dell’Ordine Francescano Secolare, rivolto ai coniugi cristiani ed ai laici desiderosi di vivere il suo ideale di fraternità universale.

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I LUOGHI DI FRANCESCO

I luoghi direttamente  legati alla presenza di Francesco e dei suoi seguaci sono la chiesa  ed il Convento di San Nicolao, ove il santo soggiornò nel 1209, apprezzò una purissima fonte d’acqua e pregò di fronte ad un crocifisso, conservatosi sul luogo sino al 1600.

La chiesa rupestre di San Lorenzo, ove visse la prima fraternità di seguaci con il beato Teobaldo.

Il porto o barca di San Francesco sul Tevere, l’ospedale dei pellegrini in località Scappia in Orte Scalo che dal XIII secolo ospitava ed assisteva i pellegrini diretti a Roma.



Gelsomino Del Guercio

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