Il reflusso gastro- esofageo
Nella malattia da reflusso gastro-esofageo
si verifica il passaggio di una parte
del contenuto gastrico all'interno dell'esofago.
Entro certi limiti è un fenomeno
fisiologico nelle prime ore che seguono
i pasti, ma diventa un fenomeno
patologico quando si rende sintomatico.
Spesso la sintomatologia della malattia
da refl usso è mal defi nibile, ma nelle
forme non complicate sono presenti i
sintomi ritenuti specifi ci come la “pirosi”
ed il “rigurgito” presente nell'80%
dei pazienti ed anche nausea e vomito.
La terapia farmacologica, che oggi si avvale
di potenti agenti antisecretori, pur
essendo estremamente effi cace, non
può essere intesa come provvedimento
defi nitivo poich la sospensione dei
farmaci è inevitabilmente seguita dalla
ripresa della malattia e della sintomatologia.
La terapia deve essere di volta
in volta commisurata alla gravità della
malattia (presenza o essenza di esofagite,
associazione con ernia iatale) nonch
ad altri fattori correlati con le condizioni
dei singoli pazienti (età, accessibilità alla
chirurgia, controindicazione all'uso dei
farmaci, ecc.).
Tre sono i cardini su cui si basa la terapia
medica:
1) Riduzione del potere lesivo del materiale
refl uito, quindi per la maggior parte
dei casi neutralizzazione e riduzione
dell'acidità gastrica: farmaci antiacidi,
gli inibitori della pompa protonica.
2) Restaurazione o potenziamento dei
meccanismi della digestione e della
propulsione del cibo, con aumento dello
svuotamento gastrico e secondaria
riduzione dell'entità del reflusso: i farmaci
procinetici.
3) Protezione della mucosa esofagea
ottenuta mediante alginati o sucralfato,
antiacidi a base di idrossido di alluminio.
L'unica strategia realmente curativa
è rappresentata dalla chirurgia, il
ricorso alla soluzione chirurgica va raccomandato
a pazienti seriamente compromessi
e di età non avanzata onde
evitare un'alternativa farmacologica di
durata indefinita.
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