Le DERMATITI e il lavoro/2
Lo scorso mese abbiamo visto come
le dermatiti da contatto rappresentino
una delle malattie dermatologiche
più frequenti. Ma si badi bene, anche
la radiazione solare ultravioletta deve
essere considerata a tutti gli effetti un
rischio di natura professionale per tutti
quelli che lavorano all'aperto e deve
essere posto alla stregua di tutti gli altri
rischi (chimici, fi sici, biologici) presenti
nell'ambiente di lavoro.
Cosa fare allora? Si può attuare una
sorta di schermatura con teli e coperture,
ove possibile, per proteggere chi
lavora all'aperto e fornire cabine schermate
per quelli che devono sostare a
lungo in luoghi all'aperto.
- Organizzare l'orario di lavoro, dove
possibile, in modo che durante le ore in
cui gli UV sono più intensi si privilegino
compiti lavorativi da svolgere all'interno,
riservando i compiti all'esterno
in orari mattutini e serali in cui l'esposizione
agli UV è minore.
- Prevedere una rotazione dei compiti
lavorativi tra attività all'aperto e al
chiuso e tra attività al sole e all'ombra.
Non dimentichiamo che:
Neve, ghiaccio, acqua, sabbia, cemento rifl ettono la luce solare, aumentando
la radiazione UV che raggiunge la pelle.
L'intensità della radiazione UV solare
varia con le stagioni, con le aree geografi
che e con l'altitudine.
Anche quando il cielo è nuvoloso vi è
esposizione alla radiazione solare UVB,
infatti le nuvole non sono in grado di
bloccare il passaggio dei raggi ultravioletti.
I vetri delle moderne autovetture
bloccano quasi totalmente la trasmissione
della radiazione ultravioletta, più
pericolosa nei periodi estivi.
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