Obesità e disturbi alimentari
quando il cibo diventa un -anestetico-
Secondo gli ultimissimi dati, in Italia
quasi un terzo dei bambini (29%) è
in sovrappeso o obeso. Ma i problemi
non finiscono qui: un ulteriore
10% è considerato “a rischio”, più
predisposto ad ingrassare a causa di
fattori familiari, abitudini alimentari
non corrette e sedentarietà. Tra i
principali fattori di rischio fare spuntini
e merende non corretti, abitare
in città e bere bevande gassate o
zuccherate fuori o durante i pasti.
È
necessario diffondere l'abitudine di
mangiare lentamente, senza guardare
la televisione, per dare tempo
al cibo di sciogliersi ed iniziare la
digestione già dalla bocca per facilitare
l'assorbimento dei vari alimenti,
vitamine, sali minerali, proteine
e zuccheri che attraverso il circolo
sanguigno raggiungono il cervello
dando il senso di sazietà e di soddisfazione.
Chi mangia troppo in fretta
o distrattamente non dà tempo
al cibo di raggiungere i centri della
sazietà, quindi si troverà sempre
affamato. Ma attenzione: i disturbi
alimentari possono anche essere un
modo per comunicare sofferenze e
paure. Perdite affettive importanti,
abbandoni, abusi e traumi infantili:
il cibo diventa l'anestetico che permette
di non sentire la sofferenza,
un'auto-cura per non pensare.
In
questo modo, però, il dolore permane
e la vita non viene vissuta. In
Italia più di 3 milioni di persone ne
soffrono e nell'85% dei casi si tratta
di donne, adolescenti e bambine.
Negli ultimi anni il fenomeno riguarda
anche gli uomini. Questi disturbi
non devono essere scambiati
per malattie dell'appetito.
Sono,
infatti, disagi psicologici profondi.
Attraverso il rapporto con il cibo
negato, cercato e rifi utato, o ingerito
in quantità smodata si esprime
in modi diversi uno stesso bisogno:
una disperata fame d'amore.
Commenti dei lettori
NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO
Lascia tu il primo commento
Lascia il tuo commento
la cripta
di San Francesco
Rivista
San Francesco