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Eroicità e normalità: due facce della stessa medaglia

<br><i>di Luca Lucchini</i> <br><br>Quando la Chiesa cattolica parla di santi come Francesco e di santità, in pratica parla proprio di eroismo e di eroi. Così come quando invita tutti e ciascuno alla santità come pienezza della vita cristiana: «Tutti sono chiamati alla santità: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48)» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2013), ci invita a divenire anche noi eroi della storia. <bR>È interessante, al proposito, osservare come alla base dei processi canonici di santificazione, cioè la procedura ufficiale attraverso la quale un servo o una serva di Dio vissuti e morti in concetto di santità vengono riconosciuti e dichiarati tali dalla Chiesa, che in tal modo li indica quale esempi da imitare, ci sia proprio la dichiarazione dell’eroicità delle virtù. <bR><bR><bR>Certo, noi che siamo abituati a parlare di eroi e di eroismo riferendoci a persone fuori dal comune che hanno compiuto gesta incredibilmente eccezionali, d’acchito potremmo riguardare all’eroicità dei santi, quindi alla santità, come a qualcosa di irraggiungibile per noi comuni mortali. Soffocati come siamo dagli affanni della vita, dallo stress, dalla crisi economica, da far quadrare a fine mese i bilanci familiari, dai muti sulla prima casa, dall’educazione dei figli, sopraffatti da tutti i generi di violenza che influenzano l’odierna società, e via di questo passo, la santità intesa come pratica eroica delle virtù può erroneamente apparire come l’insieme di gesti e atti inverosimili, condita da miracoli e fenomeni mistici straordinari che sono ben lontani dalla normalità delle nostre possibilità e distanti anni luce dalla vita di ogni giorno. <bR>Non c’è niente di più inesatto! Tra l’eroicità della santità e la quotidianità c’è una correlazione strettissima. Per il pensiero cristiano l’eroicità delle virtù può unicamente vivere radicata nel terreno della vita di ogni giorno, nella più assoluta normalità e consuetudine, nella diuturna perseveranza nell’adempiere al meglio i propri doveri quotidiani, in quello stato o in quella situazione esistenziale nella quale viviamo e ci muoviamo e, certamente, non prescindendo assolutamente mai dalla Grazia di Dio. <bR><bR><bR>Per condurre una seria analisi sulle virtù va sfatata, perciò, l’opinione secondo la quale si può essere santi, come il nostro Francesco, compiendo, come taluni di loro hanno fatto, azioni prodigiose e straordinarie. Assolutamente no! Dobbiamo dire che il cammino della perfezione cristiana, cioè della santità, si costruisce giorno dopo giorno, non attraverso il compimento di atti straordinari ma, al contrario, impegnandoci semmai a fare straordinariamente bene le cose di ogni giorno; compiendo, cioè, ogni azione per amore di Dio e a sua maggior gloria e per amore del prossimo. Ci tengo al proposito ad affermare con estrema chiarezza, che questo non è solo un’opinione invalsa nella mentalità cattolica. <bR>Tutt’altro! <bR><bR><bR>L'insegnamento espresso in tal senso anche dal fronte del più illustre insegnamento laico e chiaro. Qualche esempio. Il grande filosofo francese Montaigne (1553-1592), già in epoca preilluminista, affermava che «la virtù non consiste nell'operare egregiamente, ma con coscienza; la sua grandezza non si esercita nelle grandi cose, ma nelle mediocri»; il celebre drammaturgo spagnolo Miguel Cervantes (1547-1616) asseriva che «la nobiltà si eredita ma la virtù si acquista e la virtù sola vale per se stessa ciò che il sangue non può valere». Il sommo poeta Dante scrisse nella Divina Commedia la celeberrima frase: «Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza» (Inferno, canto XXVI, 116-120), riprendendo in tal modo un concetto caro alla tradizione cattolica dove vi è una relazione strettissima fra l'esercizio delle virtù e la conoscenza o scienza intesa anche come sapienza, entrambe doni dello Spirito Santo: «A uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza» (1Cor 12,8). <bR><bR><bR>Allora, è del tutto chiara l’importanza che occupano le virtù, che definirei anche come aspetti fondamentali e positivi della nostra ragione, nella vita dell’uomo. Infatti, progressivamente ci inoltreremo in questa nostra riflessione, osserveremo quanto esse ci costruiscano e stabiliscano in un percorso di assoluta coscienza, conoscenza, perfezione e maturità che ambisce a raggiungere e a centrare un grande obiettivo umano come quello della santità che, come ho detto, è assolutamente possibile a tutti proprio perché il suo raggio d’azione investe e influenza la sfera dell’ordinario quotidiano comune a tutti e a ciascuno di noi. <bR>Ecco le ragioni per le quali san Francesco si preoccupò sempre di vivere e far vivere ai suoi frati e al prossimo le virtù cristiane. Egli, infatti, anche nell'annuncio e nella testimonianza evangelica quando «predicava a persone incolte, usava espressioni semplici e materiali, ben sapendo che vi è più necessità di virtù che di parole» (Fonti Francescane n. 694). <bR>Così fu che, «Francesco, servitore e ministro veramente fedele di Cristo, tutto volendo compiere con fedeltà e perfezione, si sforzava di praticare sopratutto quelle virtù che sapeva maggiormente gradite al suo Dio, come aveva appreso per dettame dello spirito Santo» (Fonti Francescane n. 1203). <bR><br><i>di Luca Lucchini</i><bR>SEGUE <br><br><br><b> Per maggiori approfondimenti sull'argomento si segnala la trasmissione di Luca Lucchini dal titolo «In Cristo e nella Chiesa: la vita del cristiano» in onda il secondo martedì di ogni mese alle ore 11 sulle frequenze radiofoniche FM di RADIO MATER oppure in diretta alla stessa ora sul sito: www.radiomater.org

Commenti dei lettori

10-02-2012 20:09:52
Elisa
Mi colpisce sempre la frase " la santità non si raggiunge facendo cose straordinarie ma facendo straordinariamente bene le cose di tutti i giorni". Questa cosa mi stimola almeno il desiderio di provarci. Nel cammino di fede, la preghiera, la lettura della Parola di Dio, e le catechesi mi fanno comprendere benissimo quali sono le cose che devo fare ma la difficoltà sta proprio nel metterle in pratica. La mia buona volontà, mi rendo conto è ben poca cosa se non è supportata dall'aiuto dello Spirito Santo. Grazie Luca che perseveri con la tua costante presenza.
09-02-2012 18:27:13
Massimo
Voglio ringraziare Luca Lucchini per la serenità che mi ha trasmesso con l'articolo appena letto. Avendo due bimbi piccoli, il mio tempo è completamente assorbito da loro e dal lavoro. Questo mi impedisce di tornare a fare volontariato, di partecipare a ritiri spirituali, di vedere un po' più spesso anche il mio padre spirituale ecc....... So bene che le cose cambieranno quando i miei figli saranno più grandi ma mi capita spesso di pensare che non faccio abbastanza per il Signore. L'articolo evidenzia (con mio grande sollievo) la santità nella vita quotidiana. Non ho mai creduto che il Signore abbia particolari pretese dalla mia persona ma credo che far conoscere il Vangelo sia la prima missione per un cattolico. Grazie Luca. Continua a consolarmi!

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