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I lineamenti del battezzato: le virtù cristiane
I lineamenti del battezzato: le virtù cristiane <br><i>di Luca Lucchini</i> <bR><br><bR>Noi sappiamo che «la vocazione alla santità affonda le sue radici nel Battesimo» (Giovanni Paolo II, Christifideles laici n. 16) perché è il sacramento che «purifica, santifica e giustifica» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1227). Pertanto, se i veri eroi della storia, i santi, sono stati riconosciuti tali dalla Chiesa per avere esercitato le virtù in maniera eroica, significa che le virtù cristiane costituiscono i veri lineamenti, l'autentica fisionomia che deve possedere ciascun battezzato. <br><br>Ma essendo così, allora, potremmo anche affermare che ciascun battezzato è chiamato alla santità, è chiamato, cioè, a divenire anch'egli un eroe della storia come il nostro Francesco. Egli, infatti, che ben aveva compreso questa nozione fondamentale della fede cattolica, diceva ai suoi compagni: «Se non conducessi la vita che a un santo si addice, sarei un ipocrita» (Fonti Francescane n. 1588). <br><br><br>Francesco, come del resto è accaduto per tutti i santi, arrivò a questa conclusione non perché fosse diverso da noi, quindi un fortunato eletto scelto da Dio per compiere opere straordinarie; assolutamente no! Se così fosse Dio sarebbe parziale e ingiusto. <br>Francesco e i santi hanno di fatto compreso ciò che anche noi siamo chiamati a capire: il cammino della santità è per ogni uomo, in particolare per ciascun battezzato, perché «se il Battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso linserimento in Cristo e linabitazione del suo Spirito sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta allinsegna di unetica minimalistica e di una religiosità superficiale. Chiedere a un catecumeno: Vuoi ricevere il Battesimo? significa al tempo stesso chiedergli: Vuoi diventare santo?. Significa porre sulla strada il radicalismo del discorso della Montagna: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,48)» (Giovanni Paolo II, Novo Millennio ineunte, n.31). <br>È, perciò, fondamentale comprendere come ognuno di noi, sull'esempio di Francesco, può essere santo in relazione alle qualità e capacità personali, ai propri ambiti sociali, nei gradi, nelle responsabilità e nelle situazioni oggettive che nello specifico attengono alla vita di ognuno. <br><br><br>I santi come Francesco stanno ad indicarci che è realmente nella quotidianità, nella normalità, il campo dazione principale nel quale ci giochiamo la partita più importante della nostra vita, quella cioè del raggiungimento della nostra santificazione, inserita esclusivamente nel piano di salvezza e di redenzione che, nella Chiesa, Dio ha voluto e pensato per tutti e per ciascuno di noi. <br>Francesco è divenuto il grande santo che universalmente conosciamo non già perché compiva miracoli o azioni straordinarie ma perché fu un vero eroe nella pratica delle virtù cristiane, perché, «era fermo e costante nel bene, e null'altro cercava se non di compiere la volontà di Dio» (Fonti Francescane n. 447) in ogni situazione ed in ogni circostanza della sua vita. <br><br><br>Ecco che allora parliamo di santità come eroicità proprio perché la pratica delle virtù cristiane non è importante solo sotto l'aspetto spirituale ma, incidendo profondamente nella personalità, diviene realmente importante anche sul piano umano. <br>Se ne deduce, allora, come il cammino della perfezione cristiana non sia assolutamente estraneo e avulso dallambiente nel quale naturalmente viviamo ed operiamo, anzi, esso si rivela conseguente e coerente piena espressione di un agire fortemente positivo che, irradiandosi sulla nostra esistenza, di fatto ci costruisce progressivamente uomini liberi e nuovi in Cristo, maturi protagonisti nell«Essere» e non già nell'«apparire», pienamente rinnovati nella nostra umanità dove veniamo naturalmente rafforzati proprio dalla vita di Grazia nella Chiesa. <br><br><br>Così accadde per Francesco che fu sempre «tenace nei propositi, saldo nelle virtù, perseverante nella grazia, sempre uguale a se stesso» (Fonti Francescane n. 464) per meglio vigilare il suo lato umano, nel pensiero, nella parola e nell'azione. <br>Per questo fu così che «mentre dimorava in una cella a Siena, una notte chiamò a sé i compagni che dormivano: Ho invocato il Signore spiegò loro perché si degnasse indicarmi quando sono suo servo e quando no. Perché non vorrei essere altro che suo servo. <br>E il Signore, nella sua immensa benevolenza e degnazione, mi ha risposto ora: 'Riconosciti mio servo veramente, quando pensi, dici, agisci santamente'. <br>Per questo vi ho chiamati fratelli, perché voglio arrossire davanti a voi, se a volte avrò mancato in queste tre cose» (Fonti Francescane n. 743). <br><br><br><i> Luca Lucchini segue...<i> <br><br><br>Per maggiori approfondimenti sull'argomento si segnale la trasmissione di Luca Lucchini dal titolo «In Cristo e nella Chiesa: la vita del cristiano» in onda il secondo martedì di ogni mese alle ore 11 sulle frequenze radiofoniche FM di RADIO MATER oppure in diretta alla stessa ora sul sito: www.radiomater.org
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