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Redazione

Il bello dell'economia

L'economia sembra diventata una signora brutta e dispettosa che ama specchiarsi negli altalenanti indici di borsa. Regina di un reame costruito su illusioni, finisce spesso battuta dalla cenerentola di turno, lavoratrice umile e generosa che trova favore e amore di un principe che è solo apparentemente lontano ed irraggiungibile. Penso spesso alle frasi di chi nella storia ha visto nel lavoro una fonte generatrice di bellezza; non c'è economia senza lavoro e per questo senza dubbio possiamo dire che l'economia stessa sia l'incubatore, purtroppo inconsapevole, della bellezza. L'economia è bella quando c'è un padre ed una madre che lavorano per dare un futuro ai propri figli. E' bella quando un medico salva la vita di altri uomini e gli agricoltori lavorano la terra consentendo all'umanità di alimentarsi. L'economia è prima di tutto l'uomo che lavora per un fine che va oltre il suo lavoro. Tanto più è alto, tanto più la sua bellezza risplende. Dove è finito questo tesoro? Come riscoprire il bello dell'economia oltre il confine degli interessi individuali che egoisticamente hanno trasformato il lavoro stesso in un fine? Possiamo ridurre relazioni umane ad un bilancio in cui il dare e l'avere non potranno mai coincidere? Serve un'estetica economica, dove l'economia riscopra il pensiero filosofico, ossia le sue orgini, quando fu il filosofo Adam Smith a battezzare la signora delle scienze sociali. E' un legame che ancora oggi è autorevolmente mantenuto in vita dal Nobel Armatya Sen, docente ad Havard di Economia e Filosofia. Da questo incontro, sono sicuro che potrà avvenire quanto descritto da Italo Calvino ne Il Barone Rampante: “Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così”. All'economia serve un nuovo specchio, che aiuti a riscoprire quanto di più prezioso ha nascosto. Solo conoscendosi a fondo, potrà liberare tutta la sua capacità di amare. <BR><BR> Alessandro Giuseppe Porcari

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