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Il talento nascosto

Uno degli aneddoti più conosciuti dell'amicizia tra Pupi Avati e Lucio Dalla è legato alla comune esperienza di giovani musicisti bolognesi. Entrambi suonavano nello stesso gruppo, ma il confronto con Lucio Dalla fu per il giovane Giuseppe Avati l'occasione per un profondo discernimento professionale. L'impatto con il genio musicale di Lucio Dalla consentì a Giuseppe Avati di capire la differenza tra una passione, un hobby e il talento. Non fu facile se, come ama scherzosamente ricordare, pensò di buttare l'amico giù dalla Sagrada Familia di Barcellona, ma fu sicuramente determinante: l'accettazione del fallimento in campo musicale fu il preludio del successo cinematografico. Troppo alta la tentazione di vivere vincolato ai propri sogni forzando le proprie capacità per raggiungere un risultato non esaltante, troppo pericolosa la possibilità che il fallimento ci areni in una spiaggia deserta dove non troviamo la forza per ripartire. Pupi Avati avrebbe potuto sicuramente sopravvivere in campo musicale, forse proprio all'ombra di Lucio Dalla, ma non avrebbe potuto liberare il suo talento nascosto. Spesso gli amici non consentono un sincero discernimento, perché l'amicizia è spesso consolatrice. Manca quella correzione fraterna di cui Benedetto XVI ha parlato nel messaggio quaresimale, che in campo economico potrebbe tradursi nella capacità di aiutarsi a riconoscere il proprio fallimento per ritrovare la strada del successo. Il legame tra fallimento e successo è un aspetto assolutamente attuale nell'economia del nostro paese, in cui un giovane su tre è disoccupato e in cui i giovani stentano a trovare validi specchi che consentano di uscire fuori dal limbo delle proprie illusioni. È forse per questo che Pupi Avati raccontò l'aneddoto anche agli studenti della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza di Roma invitando i giovani a cercare il proprio talento nascosto. Così se le canzoni continueranno a raccontarci l'arte di Lucio Dalla, l'amicizia con Pupi Avati rappresenterà il volto della sua economia. Alessandro Giuseppe Porcari