Redazione
Una proposta vocazionale dinanzi al fallimento
Colgo subito limmagine che il Vangelo di oggi (Lc 5, 1-11) mi dipinge innanzi agli occhi, limmagine cruda ed esigente di attenzione di una folla che fa ressa attorno a Gesù con il suo vociare, il suo spingersi, il suo desiderio di trovare nello sconosciuto Nazareno colui che avrebbe risolto i problemi di ognuno. <bR>Gesù non si lascia travolgere e guarda delle barche ormeggiate, chiara traccia del fallimento di pescatori avviliti che erano scesi dalle loro barche, avevano perso la speranza di vedere ricompensate le loro fatiche e lavavano le reti. <bR><bR><bR>Un viso solcato dalla rassegnazione quello dei pescatori non diverso da quello di tanti uomini e donne che scendono dal proprio lavoro, delusi da tutto ciò che dava speranza e si è risolto con una manciata di fumo. <bR><bR><bR>Fallimento, prima che degli assetti economici ed industriali, della persona umana che non ha il coraggio di guardare in faccia i propri figli avendo perso la certezza del futuro; la persona umana non può vivere senza futuro ma non può nemmeno basarsi soltanto sulla certezza economica. <bR>Abbiamo bisogno di altro, abbiamo bisogno di puntare in alto, di affinare lorecchio alla voce di chi chiama nel silenzio e si fa conoscere nellincomprensibile, e Cristo chiama Pietro a salire sulla barca per poi manifestarsi con un gesto eclatante che lui è capace di ridare speranza nel cuore di un pescatore finito, la notte si pesca che doveva essere terminata si era appena aperta ma non terminava in una rete colma di pesci, Gesù calca la mano e va oltre: sarai pescatore di uomini. <bR><bR><bR>Tocca a Pietro accettare il gioco, fidarsi di un invito misterioso e seguire il Maestro per continuare a riempirsi di stupore, così riporta la barca alla stessa sponda da cui laveva ripresa, però adesso ormeggia la barca con un cuore nuovo, con il desiderio di Cristo, con il passo volto verso lignoto e Pietro va dietro il Maestro. <bR>Pescatori attenti di uomini oserei dire, noi che il Maestro ci ha chiamati e continua a chiamarci ogni giorno, attenti alle persone che siedono stanche e deluse a lavare le reti del ricordo di un lavoro, della possibilità di ricominciare una vita, di politici che navigano in acque lontane da quelle dei comuni mortali. Ricordiamoci tutti della nostra chiamata urgente ad andare a pescare uomini quasi affondati, diamoci da fare per usare reti nuove per evitare il rischio che le vecchie reti quasi logorate lascino andare via tante persone che avrebbero il desiderio di essere pescate, di avere una parola di conforto in questo labirinto di proposte di felicità. <bR><bR><bR>Lasciamoci chiamare, alleggeriamo il nostro cuore e la nostra mente a Cristo, lasciamolo operare tra le nostre vie con le nostre braccia, con le nostre gambe, con le nostre menti. Lasciamo le nostre barche, il nostro tutto e seguiamolo sulla strada che porterà ad amare. <bR><I>Fr. Rocco Predoti</i>
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