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Redazione

Vita francescana...in Calabria

Carissimi, rieccomi dopo un periodo di pausa causa esami. Intanto sono rientrato in Calabria dove trascorrerò il periodo estivo. Sono stato la scorsa settimana a vivere un campo-scuola a Mormanno, un dolce paesino ai piedi del Pollino. Un gruppo di ragazzi pieni di vita riuniti dalla Centro Diocesano Vocazioni della Diocesi di Cassano all’Jonio per vivere una settimana insieme e riflettere sulla propria vocazione.<br><br> Bella sfida direi, far riflettere questi ragazzi sulla propria vocazione, una sfida che gli ideatori ed animatori hanno saputo cogliere e lanciare ai ragazzi stessi. Nel parlare di vocazione si pensa subito alle varie scelte di vita consacrata e sacerdotale ed immediatamente si abbraccia o si prendono le distanze da tale idea come un po’ questi ragazzi nel sentir parlare di vocazione in molto han premesso che diventare prete, frate, suora non era nei loro pensieri. Per calarsi nel significato autentico della parola “Vocazione” sono stati guidati da Pinocchio ed i suoi amici… Bel percorso alla scoperta di se stessi e giorno dopo giorno li vedevo aprire le loro testoline ala comprensione della loro vocazione. <br><br> Non parlo di una discesa straordinaria dello Spirito Santo stile holliwood che ad ognuno ha affidato un incarico speciale, no… ma questi ragazzini hanno preso coscienza che erano chiamati a diventare grandi o meglio persone grandi e grandi si diventa essendo felici, chiamati quindi alla felicità, ecco la loro vocazione, la vocazione di tutti: essere felici.<br><br> Così ha sintetizzato il Vescovo della Diocesi Mons. Nunzio Galantino incontrando questi ragazzi li ha incoraggiati ad essere sempre speciali e felici dando gusto a quanto ogni giorno si fa e fare tutto questo con coraggio. <br><br> Parole che non servono solo a loro ma ad ognuno di noi perché la nostra vocazione è la felicità suprema, la più bella, quella di essere Figli amati da Dio che non smette mai di amarci e per questo non possiamo non dare gusto a quanto realizziamo, a quanto le nostre mani riescono ad operare, mani che creano cose grandi.<br><br> Guardavo la spensieratezza felice di questi ragazzi ma allo stesso tempo osservavano la loro speranza in noi educatori, speranza di qualcosa di diverso da ciò che ricevono di solito, speranza di qualcosa di migliore e dinanzi a quest’attesa mi son sentito ancora una volta frate di Francesco d’Assisi, mandato proprio da Assisi per raccontare la mia vita con Cristo anche con un semplice sorriso, un’ abbraccio, una chiacchierata. Al momento della partenza mi sono sentito come il pellegrino incontrato in questi giorni: libero e leggero, come ci voleva Francesco. <br><br>Non sarò più accanto a questi ragazzi, non potrò osservare e guidare la loro crescita ma ho portato con me la gioia di essere stato per loro più che una guida un fratello: un semplice frate….. <br><br><i> fr. Rocco Predoti</i>

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