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A New York un convegno su 'I media e la Chiesa'

Si è concluso ieri: focus su Chiesa, informazione e società

di Antonio Tarallo

Dal 3 al 6 gennaio scorso si è tenuto, a New York, il 134° incontro internazionale dell’American Historical Association, la più antica e prestigiosa organizzazione per la promozione e diffusione degli studi storici. Nell’ambito dei lavori di questo incontro, si è aperto il 25° Convegno dell’associazione cattolica degli storici americani, con una sessione dal titolo: “Catholics, Media, and Society in the Postwar Era”. Alla manifestazione, che rappresentava una sorta di “stati generali” degli studi storici internazionali con particolare attenzione all’epoca del dopoguerra, sono intervenuti insigni studiosi delle più importanti università: dalla Columbia University, a quella di Harward.

Molti gli argomenti affrontati, tra cui: la storia della Radio Vaticana, quella della Filmoteca Vaticana, e, ancora, il Catechismo dopo il Concilio Vaticano II, la tv e la Chiesa.

Tre gli italiani intervenuti alla conferenza. Raffaella Perin, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, relatrice sul tema: “Apostolate on air. Vatican Radio and the Modern Society”; Federico Ruozzi, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con la sua relazione dal titolo: “The arrival of television in US and Italy: a new 'holy crusade' or something more?”. Ruozzi ha ricostruito le origini e gli sviluppi della televisione religiosa statunitense, con riferimento alla diffusione del credo attraverso il mezzo televisivo, mettendo a confronto l’esperienza americana con quella italiana. Lo studioso ha tenuto a precisare che “nei primi anni di televisione italiana si provò a seguire il modello americano”.
Monsignor Dario Edoardo Viganò, vice-cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, si è soffermato sulla storia della Filmoteca Vaticana (da Pio XII a Giovanni XXIII) e il profondo, complesso, legame tra il mondo cattolico e il cinema, con la sua relazione dal titolo “The Vatican Film Library from Pius XII to John XXIII”. In merito a quest’ultimo argomento, Viganò ha sottolineato il contributo che il sostituto alla Segreteria di Stato Giovanni Battista Montini (il futuro papa Paolo VI), insieme a monsignor Martin J. O’Connor (presidente della Pontificia Commissione per la Cinematografia Didattica e Religiosa), volle offrire al cinema, non solo in senso censorio e propagandistico. Ha spiegato Viganò: “Essi intendevano superare un approccio meramente strumentale assecondando il graduale avanzare nel magistero di Pio XII di una mentalità più aperta a considerare il cinema nella sua estetica e nei suoi linguaggi specifici e quale agente non secondario dei cambiamenti sociali in atto”.

Fu proprio grazie a questo nuovo approccio che cominciò una maggiore strutturazione degli uffici dedicati ai media. Nacque, tra l’altro, un bollettino mensile di informazioni destinato a rappresentanze pontificie, episcopati e dirigenti ecclesiastici dell’apostolato cinematografico che, oltre ai resoconti, offriva “testi dei più importanti atti e discorsi in tema di cinema, radio e televisione dell’episcopato mondiale; i dossier sulle questioni più rilevanti: la classificazione morale e la censura dei film, l’organizzazione del circuito di sale cattoliche, la propaganda mediatica comunista, la rapida espansione della televisione”.


Antonio Tarallo

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