Assisi centro di gravità per un’economia attenta all’ambiente e all’uomo
Venerdì 24 gennaio ad Assisi può prendere forma una nuova feconda alleanza
di Ermete Realacci e Padre Enzo Fortunato
Venerdì 24 gennaio ad Assisi può prendere forma una nuova feconda alleanza. Si riuniranno nel Sacro Convento infatti, per la prima volta, i firmatari del Manifesto dal Custode del Sacro convento, Padre Mauro Gambetti, agli altri contro la crisi climatica per una economia a misura d’uomo. Siamo convinti che affrontare con coraggio l’emergenza climatica non è solo necessario ma rappresenta una straordinaria occasione che può rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di
futuro. Si tratta anche di raccogliere la sfida che, da mesi, ogni venerdì, in Italia e nel mondo, lanciano milioni di ragazzi attenti, molto più della politica, alle previsioni del mondo scientifico: per questo giustamente preoccupati per il proprio futuro e per quello del Pianeta.
È un messaggio responsabile che le migliori energie imprenditoriali, sociali, tecnologiche, istituzionali, culturali
dell’Italia, raccolgono per farne la chiave delle proprie azioni e coinvolgere quanti più cittadini possibile. Ad accompagnare questo processo anche il mondo dell’informazione, incluso Il Sole 24Ore che dell’iniziativa è mediapartner.
Abbiamo spesso discusso nelle riunioni della Fondazione Symbola e negli incontri e nelle pubblicazioni del Sacro convento di Assisi dell’emergenza climatica, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che l’allarme può essere trasformato anche in una grande opportunità.
Per questo, abbiamo concepito il Manifesto, insieme a Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, Vincenzo Boccia presidente di Confindustria, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Francesco Starace, amministratore delegato del Gruppo Enel con la supervisione del Custode.
Alla nostra iniziativa hanno subito aderito molti esponenti del mondo economico, sociale e culturale. Le firme raccolte sono già oltre 1300. Scommettiamo su una economia attenta all’ambiente, alle comunità, alle persone, capace di affrontare il futuro con occhi e strumenti diversi, nel segno dell’ambiente, dell’uguaglianza e della coesione sociale, come ha ricordato Papa Francesco nella Enciclica Laudato Sì: il più concreto e visionario documento economico
prodotto dopo la crisi del 2008, il cui contributo è stato essenziale per rafforzare nella COP21 di Parigi l’impegno
sul clima. Un concetto ripreso e sottolineato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno.
Il Manifesto di Assisi sottolinea che in presenza di politiche serie e lungimiranti è possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può contribuire in maniera decisiva a rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità, rendendola un punto di riferimento per le nuove generazioni e per il mondo. E può vedere un’Italia in prima fila. Del resto, già oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’economia circolare e sostenibile.
Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti. Parte della nostra economia è sempre più verde. Questa Green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori.
L’Italia è più forte quando fa l’Italia, quando non smarrisce il proprio sapere nato e cresciuto all’ombra dei campanili. Molti nel mondo imprenditoriale, creativo, tecnologico e culturale sanno che valori e coesione sociale non sono un “lusso” ma un elemento essenziale della nostra identità e un formidabile fattore di sviluppo in grado di coniugare empatia e tecnologia.
Secondo i dati del Rapporto Green Italy della Fondazione Symbola e di Unioncamere tantissime imprese investono in ambiente e sostenibilità. Sono state 432mila negli ultimi cinque anni e sono quelle che innovano di più, esportano di più, producono più posti di lavoro. Sono oramai 3,1 milioni gli occupati green, con un aumento di 100 mila nel 2018. Parte da Assisi il 24 gennaio un percorso impegnativo ed entusiasmante.
Difficilissimo ma praticabile, se entra in campo quella grande fonte di energia rinnovabile e non inquinante che è l’intelligenza umana, se ci si muove insieme. Una “riflessione gioiosa e drammatica” ci verrebbe da dire pensando alle parole della Laudato Sì. L’Italia del Manifesto è pronta a mobilitarsi, ad avviare azioni concrete, a rafforzare quelle già in corso. A contribuire, nei limiti delle sue possibilità, a costruire, come dice il Manifesto, un mondo più sicuro civile e gentile.
Ermete Realacci e Padre Enzo Fortunato
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