Bordeaux-Roma a piedi con due asini: otto mesi in viaggio per vedere il Papa
La famiglia Payelle è arrivata sabato scorso a San Pietro
Suor Gilda, la responsabile della casa per i pellegrini di via del Casaletto, quando ha visto quella strana comitiva varcare il cancello d'ingresso con tanta concentrazione, è rimasta a bocca aperta. Sulla groppa dei due asinelli che avanzavano metodici in fila indiana, c'erano due bambini vispi: Martin, 6 anni e Loup di 4 intenti a chiacchierare tra loro facendo attenzione a mantenere un equilibrio stabile, protetti da un caschetto di sicurezza.
La capezza delle bestie cariche di bisacce era tenuta ben salda nelle mani di Elise, la mamma, una giovane signora francese che con il marito Nils ha affrontato 8 mesi di cammino senza alcuna sosta dalla città di Bordeaux fino a Roma, costeggiando il Massiccio Centrale, attraversando la Lingua d'Oca e le Alpi per poi riprendere la Via Francigena. Macinando chilometri su chilometri con il ritmo antico degli asinelli la famiglia Payelle è arrivata ad Assisi e infine a Roma, sopportando ogni condizione atmosferica possibile: l'afa di luglio e agosto, le piogge torrenziali di settembre, la nebbia, la grandine, la neve e il freddo.
CHILOMETRI
Sulle spalle di Nils, protetta in una specie di zainetto, a completare la squadra, c'era una bimba biondissima, di appena due anni, sempre sorridente, Augustine. Suor Gilda inizialmente era un po' preoccupata per la sistemazione da dare agli asinelli anche perché nel piccolo giardino le religiose hanno ben poca erba, così hanno chiesto ai loro vicini di ospitare le bestie nel parco. Elise e Nils sono due medici cattolici che si sono presi una specie di anno sabbatico dall'ospedale per stare insieme ai figli, per fare assieme a loro una esperienza indimenticabile, capace di lasciare nei piccoli il ricordo indelebile della dimensione umana, non contaminata da alcuno stress, dall'invasione della tecnologia e dalle gabbie dell'abitudine. «E' una delle cose più belle che abbiamo fatto. Io e mia moglie ci siamo presi un anno di pausa dal lavoro. Abbiamo fatto economie per qualche tempo, per mettere da parte abbastanza denaro, e poi siamo partiti» ha raccontato Nils, spiegando che i costi non sono stati alti, visto che hanno dormito in campeggi o in ostelli come quello che è a via del Casaletto, con prezzi contenuti. «Non abbiamo avuto nessuna spesa di assicurazione, per dire, solo il costo dei pranzi e delle cene. Ogni tanto abbiamo comprato dei capi d'abbigliamento per i piccoli, perché siamo partiti che era estate e siamo arrivati a destinazione che era inverno inoltrato».
IMPRESA
Il Natale fatto quasi per strada, ad Assisi, ospiti dalle clarisse francesi, un po' come la sacra famiglia.«In questo tempo sospeso e magico abbiamo insegnato ai nostri figli la scuola della strada, l'amore per la vita, l'apertura a Dio e alla semplicità ». Ci sono stati piccoli contrattempi ma nessun pericolo e tutto è filato liscio con tanta filosofia. Ora la speranza finale è di poter vedere il Papa da vicino, all'udienza del mercoledì, ma la cosa non si presenta proprio facilissima perché le richieste sono tante. «Se riusciamo a salutarlo sarà il compimento del nostro pellegrinaggio. Altrimenti ci accontenteremo; è già bellissimo essere qui a Roma». Nemmeno a farlo apposta sabato scorso i Payelle sono arrivati a San Pietro con gli inseparabili asinelli e si sono trovati in mezzo ad una specie di fattoria allestita dalla Coldiretti per festeggiare Sant'Antonio Abate, tra mucche e galline, con la benedizione che ormai è diventata una tradizione per il mondo rurale.
Franca Giansoldati - ilmessaggero.it
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