Editoriale, P.Fortunato: no alla guerra, serve grande conferenza per pace
È un appello forte all’unità e alla pace quello lanciato dal Papa e dal cardinale Turkson
di Padre Enzo Fortunato
Sono 70 nel mondo gli Stati coinvolti nelle guerre, nove solo nel Vecchio continente. Il raid ordinato dal presidente statunitense Donald Trump ci addolora, ci preoccupa, ci spinge con forza a sperare sempre di più in quel cammino di pace tracciato da San Francesco contro paura, violenza, sfiducia, odio.
Questa guerra che riguarda l'Iraq, è una guerra alle porte della nostra Europa, già martoriato da altri conflitti: pensiamo alla Siria, allo Yemen o alla Libia. Senza dimenticare quella tensione sotto traccia tra Israele e Palestina. In tutto questo dolore, l'Europa, la grande Europa, è chiamata ad una sola voce. Fu Lei ad avere un significativo ruolo per promuovere l'intesa tra Stati Uniti e Iran sul nucleare, poi venuta meno, riparta da questa mediazione. Attivi con l'Onu un dialogo forte, mirato anche ad una grande conferenza internazionale sul Medio Oriente e sul Mediterraneo con l’obiettivo di unire i popoli e i governi nella costruzione di una cultura della pace e della riconciliazione. Potrebbe essere convocata dopo l’appuntamento di Berlino.
Intanto preghiamo davanti alla Tomba di San Francesco, convinti che la preghiera al Dio della misericordia e della pace possa moltiplicare le energie per vincere le cause delle guerre e spingerci verso la convivenza rispettosa di tutti e di ciascuno, tutti fratelli come testimonia Papa Francesco di un’unica famiglia umana. Davanti a questo scenario di guerra e paura e dolore, non si deve cadere in quella pericolosa spirale di vendetta, chiara espressione di questo ennesimo gesto di guerra. Facciamo nostro e rilanciamo con forza e determinazione il messaggio di San Francesco contenuto nella “Lettera ai reggitori dei popoli”: A tutti i podestà e ai consoli, ai giudici e ai reggitori di ogni parte del mondo, e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace. Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Perciò vi prego con tutta la riverenza di cui sono capace, che a motivo delle cure e preoccupazioni di questo mondo, che voi avete, non vogliate dimenticare il Signore […], oppure le parole a lui attribuite “Signore, fa di me uno strumento della tua pace”. Sappiamo benissimo che la guerra è un'avventura senza ritorno, si sa quando si inizia e dove si inizia, ma non si sa come finirà e quando. Il prezzo più alto, la consapevolezza che in questo momento ci pone in ginocchio davanti a San Francesco, è che le vittime e la sofferenza che procura la guerra, la pagano i più poveri i più deboli, le donne e i bambini. DA IL SOLE 24 ORE DEL 5 GENNAIO 2020
Padre Enzo Fortunato
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