Extinction Rebellion, il movimento ambientalista che piace al rock
Fra i movimenti messi in piedi contro i cambiamenti climatici, Extinction Rebellion è quello più rock. Già soltanto sfogliandone le pagine social, tornano alla mente le sommosse di piazza di matrice no-global che tanto hanno scaldato la scena mondiale qualche decennio fa.
In fondo è proprio così, perché le pratiche messe in campo da Extinction Rebellion privilegiano l'azione non-violenta e la disobbedienza civile. Nato nella rutilante Inghilterra, all'indomani dall'appello di un gruppo di scienziati e dagli attivisti provenienti da un’analoga esperienza, il movimento irrompe in società nel novembre 2018 con una serie di blitz e manifestazioni. Soltanto nell’aprile del 2019, però, conquista le luci della ribalta per via dell’occupazione – durata dieci giorni – di alcuni luogo-simbolo di Londra: Oxford Circus, Marble Arch, Waterloo Bridge e Parliament Square.
Le immagini dei manifestanti portati via dalla polizia fanno il giro del mondo; il logo (una clessidra vuota che simbologia il tempo scaduto) e gli slogan cominciano a diffondersi a macchia d’olio sul Web. Il movimento ha ottenuto da subito il sostegno di numerose star del rock. Oltre a Robert Del Naja dei Massive Attack – che ha omaggiato la folla londinese con un piccolo live gratuito, durante una marcia per il clima – e a Thom Yorke dei Radiohead – che ha donato a Extinction Rebellion il ricavato dalla messa in vendita dalle registrazioni hackerate dell’album OK Computer – sposa la causa anche Michael Stipe. L’ex frontman dei R.E.M. devolverà all'organizzazione ambientalista le vendite di Your capricious soul, il suo primo singolo da solista: «Voglio che la mia voce faccia parte di questo straordinario cambiamento di coscienza. Extinction Rebellion mi ha spinto a pubblicare questa canzone, senza aspettare oltre. La nostra relazione con l’ambiente è stata preoccupante per molto tempo e ora mi sento fiducioso, persino ottimista. Credo che possiamo iniziare il cambiamento necessario per migliorare il nostro meraviglioso pianeta, la nostra posizione e il nostro posto sulla terra».
Nel frattempo, gli attivisti si preparano a una sommossa internazionale di una settimana, a partire da oggi, per chiedere ai governi e alle istituzioni politiche l’introduzione di immediate soluzioni per fermare i cambiamenti climatici. In Italia la rivolta andrà in scena a Roma. Previsto – oltre alle manifestazioni di piazza e ai probabili blitz – uno sciopero della fame, forma di protesta tanto cara alle icone della lotta nonviolenta.
Domenico Marcella - twitter.com/dodoclock
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