Fridays for future, gli studenti in sciopero per il clima in 180 piazze: Vogliamo scuole ecologiche
Oggi la mobilitazione. Borracce e riciclo, l’impegno dei presidi
C’è la preside dell’istituto comprensivo Capasso-Mazzini di Frattamaggiore (Na), Fernanda Manganelli, che si è impegnata a «contenere la temperatura dell’acqua calda entro i 37 gradi e a chiedere al Comune un intervento per produrre energia con apparecchi fotovoltaici». E c’è la dirigente del liceo Orazio di Roma, Maria Grazia Lancellotti, che si prefigge di «ridurre i consumi di bottigliette di plastica, promuovere la raccolta differenziata, il riciclo e percorsi di divulgazione scientifica, e incrementare l’uso di prodotti per le pulizie biodegradabili».
È lo stato di emergenza ambientale ed ecologica l’ultima frontiera delle scuole per partecipare in maniera concreta ai Fridays for future, i venerdì di protesta per sostenere la battaglia di Greta Thunberg per il clima. La manifestazione che oggi porterà in piazza migliaia di studenti in tutta Italia è già stata avallata dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha invitato i presidi a giustificare l’assenza dalle lezioni. Nella sede di viale Trastevere dieci istituti da tutta Italia presenteranno i loro progetti per l’ambiente. E ci saranno due punti di consegna delle borracce plastic free Miur.
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Ma agli attivisti non basta: «È necessario che le parole si trasformino in fatti», si legge sul profilo Facebook di Fridays for future Italia. I ragazzi del movimento non vogliono solo evitare le sanzioni per chi sciopera il 27 settembre, come la penalizzazione del voto in condotta, ma chiedono al ministro che aumenti i fondi alla scuola, all’università e alla ricerca, per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituti scolastici al 100% sostenibili, che riveda i programmi didattici perché evidenzino «le tragiche conseguenze dell’utilizzo di combustibili fossili», che «inserisca insegnamenti basati su modelli di sviluppo sostenibile» e che interrompa le collaborazioni tra Miur e aziende inquinatrici. Insomma, più che al banner appeso al ministero sono interessati alle azioni, consapevoli che dietro l’angolo c’è il rischio di essere bollati come il solito movimento che svuota le aule ma non riempie le menti. «Concretezza? Noi ci siamo — dice Ludovico Arte, preside dell’istituto Marco Polo di Firenze — Abbiamo acquistato duemila borracce in alluminio che regaleremo a studenti e al personale e accompagneremo noi stessi i ragazzi alla manifestazione, come se fosse un’uscita didattica».
Ma in tutta Italia ci saranno mobilitazioni per chiedere trasporti pubblici ecologici e più attenzione al riciclo dei rifiuti. Le piazze convocate sono 160, raccolte in una mappa virtuale pubblicata su www.fridaysforfutureitalia.it. A detta di tutti gli attivisti, da Torino a Napoli, questo terzo sciopero sarà il più partecipato di sempre.
A Milano i cortei sono addirittura due. A Roma il Campidoglio ha approvato proprio ieri la dichiarazione di «emergenza climatica» presentata dagli attivisti sul modello di altre 26 città. A Venezia il movimento si unirà agli attivisti di «No grandi navi», e in Veneto si proveranno a colpire tangenziali e autostrade inquinanti. A Napoli, in coincidenza con lo sciopero, i Verdi pianteranno il primo albero acquistato grazie a una raccolta fondi. Il Comune di Bari ha garantito bus gratuiti. Il patron di Slow Food, Carlo Petrini, parteciperà al corteo di Alba (Cuneo). E Legambiente lancia domani, nella Valle di Gressoney, il primo di sette «Requiem» per i ghiacciai».
di Riccardo Antoniucci e Valentina Santarpia - Corriere.it
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