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La porta di Francesco non ''invecchia'' mai. Professione semplice di 12 novizi

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Credit Foto - Joe Raedle - Getty Images

Sabato 26 agosto, giornata tutta francescana ad Assisi per la professione semplice di 12 novizi dei Minori Conventuali provenienti dalla Slovacchia, Spagna, Perù, Malta, San Marino e Italia. Nell’iter vocazionale è questa una tappa fondamentale, caratterizzata dalla libera e amorevole assunzione d’una forma di vita evangelica mediante i tre voti di: povertà, castità e obbedienza. Essa, indubbiamente, ha un carattere ancora temporaneo (i tre consigli evangelici vengono infatti professati per tre anni) ma coloro che la emettono sono di fatto consacrati a Dio mediante il ministero ecclesiale e incorporati, come nel caso in questione, nella grande famiglia serafica.

 

 Non, dunque, un punto d’arrivo quanto di ripartenza nella ricerca vocazionale e nella formazione in vista della professione solenne ossia della definitiva donazione all’’Altissimo bon Signore” e adesione alla vita francescana. Momento, questo, che, a sua volta, sarà l’inizio d’una quotidiana risposta alla chiamata del Signore in un atteggiamento d’umile ascolto e di totale abbandono alla sua volontà. Volontà, che il Frate Minore riconosce soprattutto attraverso la fedeltà al carisma serafico e la destinazione da parte del proprio ministro a una determinata comunità, dove gli si dispiegherà un vasto campo d’apostolato: da quello pastorale a quello caritativo, da quello sociale a quello culturale, da quello missionario a quello santuariale. 

 

Al di là delle motivazioni storiche che hanno portato nel tempo a una separazione tra i “frati della comunità” e gli “spirituali” (con le varie e successive riforme a essi connessi), qual è la peculiarità del francescanesimo conventuale? La migliore risposta è offerta dalle Costituzioni generali, che la ravvisa nella riunione «in una fraternità conventuale propriamente detta, allo scopo di favorire una maggiore devozione, una vita più ordinata, un ufficio divino più solenne, una migliore formazione dei candidati, lo studio della teologia e le altre opere di apostolato al servizio della Chiesa di Dio, e così si estenda il regno di Cristo in tutta la terra, soprattutto sotto la guida dell’Immacolata». È nel solco di questa specifica prospettiva minoritica che hanno incarnato l’autentico spirito di Francesco d’Assisi frati giunti alle vette della santità come – per fare solo qualche nome - Giuseppe da Copertino, Francesco Antonio Fasani, Bonaventura da Potenza, Antonio Lucci o Massimiliano M. Kolbe.

 

 

Un fascino, quello conventuale, che non è mai venuto meno nel tempo e che motiva una scelta di vita radicalmente francescana da parte dei giovani. Basti dare un’occhiata ai dati statistici d’inizio anno, per averne contezza. Dei 4234 frati, componenti l’Ordine, i professi temporanei sono infatti 468 e i novizi 149. Quelli solenni, dunque, sono ben 3615, di cui 2758 sacerdoti. Presenti in ben 66 nazioni, essi contano su 664 case, raggruppate in 35 province e 19 custodie. Tra queste il celebre complesso antoniano a Padova e, soprattutto, quel Sacro Convento assisiate, che Gregorio IX nella bolla Speravimus hactenus definì a buon diritto “Capo e madre dell’intero Ordine dei Frati Minori”.

 



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