Roma, scuola si presenta: Qui la borghesia, là il ceto medio-basso
All’Istituto comprensivo “Via Trionfale” esisterebbero classi di serie a e classi di serie b
«Nella scuola di via Vallombrosa, a Roma, ci studiano i figli delle badanti, precisamente delle badanti dell’alta borghesia romana che vive in via Cortina d’Ampezzo»: è la dettagliata descrizione degli alunni dell’Istituto comprensivo di via Trionfale. In pratica sul sito della scuola, alla voce presentazione, si viene a sapere nel dettaglio a quale classe sociale appartengono i bambini che frequentano le singole sedi del complesso scolastico.
La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna, alunni «diversi» L’autopresentazione della scuola: «La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana». Sul plesso di via Vallombrosa si va ancora più a fondo: «Il plesso sulla via Cortina d’Ampezzo accoglie prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)».
De Cristofaro: «Stiamo intervenendo per la rimozione»
«Sono davvero sconcertato che nel 2020 una scuola pubblica possa presentarsi sul proprio sito internet distinguendo i propri plessi in base al rango socio-economico dei propri alunni andando contro ogni valore espresso dalla nostra Costituzione. Sto già intervenendo per richiederne l’immediata rimozione dal sito web»: è la reazione del sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro. Interviene anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio Mario Rusconi: «Quello dell’Istituto comprensivo “Via Trionfale” e’ un messaggio secondo cui esisterebbero classi di serie a e classi di serie b. Si mette in risalto il concetto che da una parte si fa una vera formazione e dall’altra una meno intensa e questo lo ritengo profondamente sbagliato. La scuola deve essere inclusiva e l’inclusione funziona meglio quando le classi sono disomogenee».
La ministra Azzolina: «Motivare, ma non condivido»
«La scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione. Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l’istituto romano di cui ci racconta oggi @leggoit (il giornale che ha dato notizia della descrizione choc, ndr) possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido» è il commento su Twitter della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Il caso del liceo Visconti
Una polemica dai tratti simili aveva riguardato a febbraio 2018 il liceo Visconti: nella presentazione sul portale del ministero dell’Istruzione, era stato scritto: «Qui alto-borghesi e senza disabili». La dirigente Clara Rech aveva replicato: «Siamo nel centro di Roma, non a Tor Bella Monaca, è un dato di fatto di cui non possiamo vergognarci».
Redazione Roma - Corriere.it
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