SALUTO PADRE GAMBETTI: "VOLTO ANTITETICO DEL BENE, E’ ACCUMULO DEI BENI"
di Redazione online
Ad aprire il concerto di Natale 2015 è stato il custode del Sacro convento di Assisi
"Il volto antitetico del bene - personale e collettivo - e' l'accumulo dei beni''. Lo ha detto il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, nel saluto che ha preceduto l'esecuzione del Concerto di Natale nella Basilica superiore di San Francesco, presenti, fra gli altri, il presidente del Senato, Pietro Grasso, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi, il ministro della difesa Roberta Pinotti.
"La misericordia - ha sottolineato padre Gambetti - ci mostra che la proprietà ha un carattere di temporaneità, perché l'accesso ai beni è un diritto per tutti. I nostri giovani sono poco interessati al possesso esclusivo dei beni e molto di più al loro uso. Allora un modello per la società del futuro può essere quello della fraternità proposto da San Francesco, in cui la persona è rispettata nella sua libertà, i beni circolano e tutti possono godere dei doni altrui''.
"Basta - ha esclamato il custode del Sacro convento - con la logica della produttività finalizzata al profitto, basta con l'accumulo, perchè chi accumula sfrutta il lavoro degli altri! Ci sono dei capitali iniqui, così anche alcuni stipendi, alcuni redditi d'impresa e alcuni rendimenti finanziari sono iniqui, così come sono iniqui alcuni privilegi pensionistici".
Padre Gambetti ha quindi ricordato che "il lavoro, prima di essere la fonte del reddito, è espressione della creatività umana, è fonte di dignità: il lavoro non può essere solo per qualcuno, deve essere per tutti''.
Nel suo saluto padre Gambetti ha parlato di un Natale che ''quest'anno si celebra in un mondo impaurito e disorientato", segnato da "situazioni drammatiche", come il terrorismo degli "uomini della bandiera nera", la realtà dei profughi e ''il lavoro che manca".
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Eminenze ed eccellenze reverendissime, distinte autorità civili e militari, amici tutti, sono onorato di rivolgere ad ognuno il saluto di Frate Francesco: il Signore ti dia pace!
Con quale spirito celebrare quest’anno il Natale in un mondo impaurito e disorientato? Papa Francesco ci ha spalancato la porta della Misericordia, che però sovente noi intendiamo solo in alternativa o in contrasto alla violenza, all’ingiustizia, alla povertà o al degrado ambientale. Invero, la Misericordia non agisce per contrapposizione al male. L’esempio più fulgido è il Natale di Gesù: il suo volto manifesta la misericordia divina, che non si oppone ma si coinvolge, si impasta, si incorpora nella nostra storia. Gesù presentato al tempio – come si vede nell’immagine giottesca di copertina – abbraccia, riempie, dà forma, risignifica la realtà. Mentre fa questo, la morte, avvinta dall’amore, perde il proprio potere e si pone a servizio della Vita. Per Misericordia entra nel mondo la gloria di Dio e così l’uomo può essere incorporato in Dio. Tutto diviene chiaro. Nulla più è da temere!
La Misericordia avvicina, anticipa, rigenera, trasforma; è un punto di vista privilegiato, luminoso, onnicomprensivo. Vogliamo perciò vivere il Natale della Misericordia. Guardiamo, a mo’ di esempio, ad alcune delle odierne situazioni drammatiche.
Gli uomini della bandiera nera. Come i criminali efferati e organizzati in reti mafiose, essi non sono solo da fermare o da temere. Sono come noi. Usciamo e abbracciamo la realtà: interessiamoci delle persone, conosciamole, poniamo attenzione al territorio, torniamo a costruire cultura con una memoria grata per il passato, diveniamo corresponsabili con le Forze dell’ordine, denunciamo fatti ragionevolmente sospetti – mai in forma anonima. Basta indifferenza e paura! È tempo di un rinnovato e sano protagonismo.
I tanti profughi. Non sono povera gente da soccorrere. Sono persone degne, con talenti da condividere. L’accoglienza ha come fine proprio la valorizzazione: istruzione, casa, lavoro e partecipazione attiva, politica e culturale. Questi i parametri di riferimento. Fin dove i cuori, gli spazi culturali, i luoghi abitativi e lavorativi possono dilatarsi e promuovere la vita delle persone, fin lì può arrivare una società civile, non oltre. E l’Italia arriverà molto in là, come già ha mostrato di saper fare in mare aperto.
Il lavoro che manca. Prima di essere la fonte del reddito, il lavoro è espressione della creatività umana, è fonte di dignità. Non può essere solo per qualcuno, deve essere per tutti. Tutti possano fare qualcosa. Tutti facciano qualcosa: in casa, nei luoghi pubblici, negli ambienti di utilità sociale, nei paesi in via di sviluppo… Chi non vuole lavorare, neppure mangi (2 Tes 3,10).
I redditi in calo. La misericordia ci mostra che il volto antitetico del bene – personale e collettivo – è l’accumulo dei beni. La storia ci mostra che, dopo il comunismo, anche il capitalismo è fallito. La misericordia ci mostra che la proprietà ha un carattere di temporaneità, perché l’accesso ai beni è un diritto per tutti. Le statistiche ci mostrano che i nostri giovani sono poco interessati al possesso esclusivo dei beni e molto di più al loro uso. Allora, un modello per la società del futuro può essere quello della fraternità proposto da san Francesco, in cui la persona è rispettata nella sua libertà, i beni circolano e tutti possono godere dei doni altrui. Basta con la logica della produttività finalizzata al profitto! La produttività è per il servizio alla persona. Basta con l’accumulo! Chi accumula sfrutta il lavoro degli altri. Ci sono dei capitali iniqui! Così, anche alcuni stipendi, alcuni redditi d’impresa e alcuni rendimenti finanziari sono iniqui. Oggi come ieri. In tal senso, sono iniqui anche alcuni privilegi pensionistici.
Noi frati, che siamo vivi per Misericordia, siamo spinti a condividere, ad accogliere, a servire e promuovere la vita. Quanti più saremo, tanto più risplenderà la profezia della fraternità.
Intanto, grazie a coloro che oggi ne danno testimonianza con questo Concerto, tramite l’organizzazione o la sponsorizzazione, la sua realizzazione e la sua diffusione in Italia e nel mondo. Auguro a tutti, a nome della fraternità del Sacro Convento, un Buon Natale, un Natale di Misericordia.
Redazione online
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