EDITORIALE: LEONARD COHEN, OGNI CREPA FA ENTRARE LUCE
Penso alle nostre povere esistenze, alle forme di ingiustizia nel mondo. Penso a quei momenti che ci troviamo da soli con noi stessi e ci accorgiamo delle crepe della nostra esistenza
di Enzo Fortunato
'Ogni cosa ha la sua fessura è così che entra la luce.
C’è una crepa in ogni cosa che può mettere insieme oggetti fisici, oggetti materiali, costruzioni di qualsiasi tipo. Ma è proprio lì che la luce entra e permette la resurrezione, è lì che nasce il confronto con le cose che si rompono e il pentimento'. Leonard Cohen
In questo ore ci ha raggiunto la notizia della morte di uno dei più grandi compositori contemporanei. prendo spunto per il nostro 'buongiorno francescano' da una delle sue canzoni: 'Inno' (Anthem).
E penso alle nostre povere esistenze, alle forme di ingiustizia nel mondo. Penso a quei momenti in cui ci troviamo da soli con noi stessi e ci accorgiamo delle crepe della nostra esistenza. Esse non rappresentano l'occasione per dirci "sono un disastro" ma la più bella possibilità che Dio e la stessa nostra esistenza offrono a ciascuno di noi. Da lì può nascere la possibilità di poter ricominciare. La possibilità di far entrare, come dice Cohen, la luce. Ma anche la possibilità di farla uscire. Penso ad esempio a quando ci facciamo male. I nostri movimenti diventano più attenti, si è, per uno strano paradosso, più gentili. Proprio grazie a quella caduta, a quelle ferite.
Ogni cosa, il terremoto, il lutto, un fallimento, rappresentano l'occasione per ricominciare: uno dei verbi più belli che possiamo pronunciare e vivere.
Ai nostri lettori propongo l'Halleluja di Leonard Cohen, in uno degli ultimi concerti nella Basilica di San Francesco di Assisi.
Enzo Fortunato
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