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Siria: proseguono gli attacchi turchi contro i curdi

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L’offensiva turca contro i curdi siriani prosegue da mercoledì scorso senza soluzione di continuità. Il ministero della Difesa di Ankara parla di azioni contro i terroristi appartenenti alle Unità di Protezione del Popolo Curdo, ma altre fonti riferiscono di bombardamenti su obiettivi civili. Una situazione che sta arrecando alla Siria ulteriori tragedie che si sommano ai nove anni di guerra civile. Migliaia le persone in fuga dalle zone sotto attacco.

La preoccupazione dell'Onu. A commentare quanto sta avvenendo in prima persona il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che si dice profondamente preoccupato dall'escalation militare turca. Le operazioni militari – afferma – devono sempre rispettare la carta delle Nazioni Unite e la legge internazionale umanitaria. Per risolvere questo ed altri problemi internazionali – conclude Guterres – ci vogliono soluzioni politiche e non militari. Intanto al Congresso americano è stata presentata una legge per imporre sanzioni alla Turchia, mentre il presidente Erdogan minaccia l’Unione Europea di scatenare un'invasione di rifugiati se insisterà a ostacolare l’operazione, definendola un'occupazione. Minaccia inaccettabile ribatte Bruxelles. Ma Ankara chiede solidarietà innanzitutto alla Nato e ribadisce con questa operazione si stanno difendendo i confini dell’Alleanza Atlantica e dell’Europa.

L’eventuale rinascita dell’Is. Secondo Alberto Rosselli, giornalista esperto di Medio Oriente, le operazioni di Ankara nella Siria orientale indeboliranno sicuramente le milizie curde, ma questo genererà il forte rischio che riprenda vigore il sedicente Stato Islamico. I guerriglieri fondamentalisti erano stati infatti fortemente ridimensionali dall’avanzata delle truppe americane, appoggiate proprio dai miliziani curdi. E, anche se il presidente americano Trump sminuisce l’apporto curdo nelle operazioni anti Is, c’è effettivamente il rischio che gruppi armati di matrice fondamentalista islamica puntino a sfruttare sacche di territorio incontrollato per riorganizzarsi militarmente. Per Rosselli, infine, la decisione di Ankara di lanciare un attacco in grande stile non ha motivo di essere, dato che i curdi siriani erano già stati delimitati in una fascia di territorio, dalla quale non erano mai arrivate provocazioni nei confronti di Ankara.

Giancarlo La Vella - Vatican News



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