Enzo Fortunato, impariamo da San Francesco a valorizzare il prossimo
Non esiste il capo, ma il Custode, colui che ti custodisce
di Enzo FortunatoIl discorso del direttore della Sala Stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato, nel corso del primo incontro tra promotori e firmatari del Manifesto d'Assisi.
Il Custode l’ha detto all'inizio: qui c’è un sogno. Molti in questi giorni ci hanno detto: con questo manifesto che cambia? Poi le cose rimangono così.
Io credo che oggi Assisi, noi, siamo una risposta. Non più di eroi singoli che forse anche caparbiamente vanno avanti, ma la risposta è insieme. L’abbiamo più volte citata nel Manifesto. Insieme possiamo ottenere molto di più, diventiamo più convincenti e più motivanti.
Parto da un primissimo elemento artistico, Giotto, Cimabue Simone Martini ci spronano su questa dimensione. sapete quando appare nell’arte la prima volta la parola “Italia”? Appare nella Basilica superiore, negli affreschi di Cimabue, sopra l’altare. Per la prima volta troviamo questa parola scritta nell’arte.
Con Ermete nel manifesto l’abbiamo voluto ripetere. Quando l’Italia fa l’Italia non ha rivali, quando l’Italia fa l’Italia è più bella.
Oggi Assisi è un’opportunità offerta a chi vuol vivere con noi e rispondere a una domanda che papa Francesco ha messo nell’incipit della Laudato Si’: che futuro vogliamo dare ai nostri figli?
I figli ce li ha il ricco e il povero, il grande imprenditore come la mamma vedova. Che futuro vogliamo dare? (...)
L’altra suggestione che qui veniamo ad attingere, se siamo in tanti oggi è perché abbiamo bisogno di dissetarci anche ad una sorgente spirituale pura, come quella di Francesco d’Assisi, che attinge a qualcosa che non è vecchio: il Vangelo. Quando a un certo punto dice ai suoi frati: Vedete che nulla è grande dinanzi a Dio, ma tutto ugualmente degno. Addirittura i suoi figli ne fanno un’esperienza filosofica di questo. Ecco perché per Francesco non esiste il priore, esiste la Madre. Non esiste il superiore, esiste il Guardiano, colui che si prende Cura, non esiste il capo, ma il Custode, colui che ti custodisce.
E io credo che come imprenditori, come singoli cittadini abbiamo bisogno di custodire le energie migliori del nostro paese per valorizzarle. Ecco perché Francesco d’Assisi abbatte lo schema della società piramidale, per una società migliore: circolare. Lui fa una rivoluzione: non uno sopra l’altro, ma uno accanto all'altro.
Volete essere dei grandi imprenditori? Sapete quando lo siete? Quando il nostro sguardo si poggia sull’altro e non giudica, ma valorizza. C’è un episodio importante nella vita di San Francesco. Gli viene chiesto: “Chi è il frate migliore?” Ne aveva alcuni più sgangherati, alcuni più semplici… Lui li guarda e di ognuno, finanche la bellezza fisica, ne traccia e ne fa emergere la caratteristica. Fra Angelo perché è bello, Fra Bernardo perché sa parlare. L’approccio della valorizzazione dei saperi, della cultura, della tecnologia. L’approccio francescano è un approccio inclusivo.
Se per crescere e sviluppare dobbiamo inquinare, non è sviluppo, non è crescita, è imbarbarimento. Se per arricchirci dobbiamo creare più disuguaglianza, non è arricchimento, è disonestà. Se per imporci dobbiamo uccidere e bombardare, non è imposizione, è assassinio. Noi vogliamo essere persone che parlano con l’autorevolezza della loro vita. Buon cammino a tutti.
Enzo Fortunato
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