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EXPO2015,quel (poco) cibo recuperato

di Redazione online

La lotta allo spreco è fatta anche di carte bollate, burocrazie, controlli igienico-sanitari, trafile infinite. Nell’Expo dedicato all’alimentazione, dove lavorano più di 130 ristoranti, oltre a chioschi, bar e food truck, recuperare gli avanzi che sicuramente vengono prodotti in grande quantità è ancora un’impresa. Finora sono stati salvati 200 chili di pane dal Banco Alimentare e oltre 500 di generi alimentari vari affidati alle cure della Caritas. Uno slalom fra controlli e regolamenti: quando hanno chiamato per avvertire che c’erano 200 chili di pane, quelli del Banco Alimentare hanno subito trovato quattro volontari e un furgoncino. Poi non c’erano i permessi per entrare nel sito espositivo e qualcuno di Expo ha fatto arrivare un camion al cancello: il passaggio del cibo è avvenuto lì.

Così la notte del 5 maggio, quando la Coop ha fatto uscire due bancali di carne e pesce per il camioncino della Caritas: presi, portati in un magazzino di Lecco dove nel giro di un paio di ore si è fatto l’abbattimento, il surgelamento, poi i cibi sono stati divisi e riconfezionati con etichette a scadenza sei mesi. La sera dopo ancora: questa volta lasagne, piadine e tramezzini molti dei quali sono stati distribuiti attraverso la rete della Caritas già il giorno dopo. E ieri sera il terzo carico. «La macchina è complessa ma si è messa in moto e noi vogliamo che si parta dall’idea che il recupero è possibile». Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare, la mette in positivo e spiega: «Expo ha scritto a tutti i Paesi e a tutti i ristoratori presenti spiegando che ogni sera il cibo avanzato potrà essere ritirato e riutilizzato dalla mattina dopo. Noi ci stiamo organizzando e siamo fiduciosi che questa avventura darà risultati e farà crescere nella coscienza collettiva l’idea che recuperare si può». L’Expo della lotta allo spreco ha lanciato un’altra grande iniziativa di forte impatto. La Caritas milanese, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, aprirà infatti il «Refettorio Ambrosiano», che resterà un’eredità di questo evento e che darà da mangiare ai bisognosi utilizzando ogni giorno gli avanzi provenienti dalle cucine di Expo.

«L’idea — racconta Luciano Gualzetti, vicepresidente della Caritas ambrosiana — è nata insieme allo chef Andrea Berton, che ha convinto e coinvolto altri colleghi stellati: ciascuno di loro si metterà a disposizione almeno una sera per cucinare gli avanzi e il miracolo è servito. Caritas ha già fatto un accordo con la Coop, presente in Expo con il supermercato del futuro e conta di avere altre adesioni. Nel frattempo si stanno formando i cuochi «perché alla fine dei sei mesi vorremmo avere una squadra capace di cucinare con le eccedenze, come faremo nei mesi di Expo». Poi, certo, tutti ci si aiuta.

 «Noi principalmente riforniamo le associazioni milanesi e di provincia che fanno mense quotidiane. Ma se ci sarà bisogno ci siamo ovviamente anche per il Refettorio Ambrosiano», garantisce Marco Lucchini, che con i suoi volontari sparsi in tutta Italia distribuisce all’anno oltre cinquantamila tonnellate di alimenti redistribuiti a quasi novemila strutture caritative. Quelli del Banco Alimentare si stanno preparando al gran lavoro che immaginano di dover fare: erano partiti con uno staff di dieci persone, poi hanno messo sulla pagina Facebook la foto dei primi 200 chili di pane ritirato e hanno lanciato l’appello per la ricerca di volontari. Risultato: 630 mila visualizzazioni e centocinquanta persone che si sono messe a disposizione. Non bastano, certo, perché i turni saranno serali e notturni soprattutto. Per questo, serve ancora aiuto. (Corriere della Sera)


Redazione online

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