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Festa grande per lo Speco fondato 800 anni fa dal poverello.

NARNI - Ottocento anni sono passati da quando san Francesco lo fondò: e domani, tutta la diocesi di Terni Narni ed Amelia, farà festa allo speco francescano di Sant'Urbano, per ricordare nel nome del Santo Poverello, gli otto secoli passati nel silenzio, nella fede e nell'umiltà.

Una celebrazione che vuole essere culturale e religiosa insieme, in quanto vi sarà un incontro promosso dai frati minori, in collaborazione con la scuola superiore Studi Medievali e Francescani e la Pontificia Università Antonianum, dedicato alla storia dello Speco. Interverrà il professor Felice Accrocca sul tema: «Lo Speco di S. Urbano nelle fonti francescane e la profezia di Angelo Clareno». Successivamente il professor Mario Sensi parlerà su «Lo Speco all'interno del movimento dell'Osservanza». La conclusione spetterà al professor Andrea Maiarelli che affronterà il tema «Lo Speco di Narni nei documenti d'archivio della Provincia Serafica».

Tutto questo alle quattro del pomeriggio. Alle diciannove invece vi sarà il concerto del Trio «Laudar Vollio», la storia della salvezza nelle melodie delle antiche laudi medievali, con fra' Alessandro Giacomo Brustenghi, canto e organo portativo, fra' Davide Pietro Boldrini alla chitarra e fra' Marco Savioli al violino. Non mancherà di essere «ricordato» il vecchio castagno, che la tradizione, e non solo quella, vuole essere stato piantato proprio dal santo, nel lontano 1215, al ritorno da una visita a Greggio. La pianta è ancora lì, imponente, per niente invecchiata, pronta a gettare i propri frutti, pronta a ricordare la semplicità del luogo ed anche del santo perché con le castagne si cibava in questi viaggi pastorali attraverso l'intera Umbria.

Peccato che nessuno ha ancora avanzato la domanda per farla inserire tra gli alberi monumentali, un elenco che tiene con professionalità la Forestale: essa stessa potrebbe divenire momento di venerazione e ricordo del Santo d'Assisi. Ma sarà anche ricordato Padre Placido, il frate che occupò lo speco per oltre quaranta anni e che è deceduto, solo da poco, lontano dalla «chiesa», dopo quasi un secolo di vita: organizzò, durante l'ultima guerra, una sorta di «via sotterranea», a sostegno dei prigionieri di guerra e degli ebrei della zona, ai quali forniva ospitalità e rifugio, approfittando dei boschi e degli abitanti, che erano fedelissimi a Padre Placido. Ha rifuggito qualsiasi celebrità in merito anche perché sull'argomento il frate francescano diventava silenzioso e sempre parco di particolari.

E' tempo di castagne ma anche tra poco di pellegrinaggi: quello parrocchiale del Duomo di Narni partirà da Piazza Garibaldi, nella notte del tre ottobre per arrivare il quattro, il giorno del santo, davanti allo speco per celebrare all'alba una messa suggestiva e che raccoglie sempre più fedeli. Al termine della celebrazione si può visitare la cella dove è custodito il letto del Santo, fatto con pochi legni sconnessi. È uno dei conventi in cui più viva e pura si conserva la memoria della trasformazione in piccoli romitori, al tempo di san Bernardino da Siena che nel '400 vi fece costruire il dormitorio e il caratteristico, e bellissimo, chiostro. Il messaggero



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