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A ottobre il Papa ad Assisi per la quarta volta 

Ripercorriamo le tappe di Papa Francesco ad Assisi

di Antonio Tarallo
Credit Foto - Andrea Cova

Assisi terra di San Francesco, terra di Papa Francesco. Ormai possiamo nominare i due nomi assieme. Il legame fra i due, fin dall'elezione a pontefice di Jorge Bergoglio, è cosa consolidata. Già il nome poteva dire tutto ai fedeli accorsi in piazza San Pietro. I temi, le parole del pontefice sembrano davvero essere nel solco del Poverello di Assisi e, ormai, sembra esserci una sorta di immaginaria "autostrada" fra le due città, Assisi-Roma, ormai segnate da un legame profondo. 

Papa Francesco è stato in terra umbra ben tre volte. E, allora, ripercorriamo le tappe di questo filo rosso, grazie alle parole dello stesso pontefice.

 

2013, 4 OTTOBRE - A pochi mesi dall'elezione, Papa Francesco decide di essere ad Assisi. Sceglie la festa del Santo Serafico, il 4 ottobre 2013. Inizia il suo pellegrinaggio, con l'"Istituto Serafico", e - in pieno segno francescano - decide di iniziarlo, dunque, proprio con i più bisognosi. Sono i bambini disabili e ammalati dell'istituto.

 

"Voglio iniziare la mia visita ad Assisi con voi, vi saluto tutti! Oggi è la festa di San Francesco, e io ho scelto, come Vescovo di Roma, di portare il suo nome. Ecco perché oggi sono qui: la mia visita è soprattutto un pellegrinaggio di amore, per pregare sulla tomba di un uomo che si è spogliato di se stesso e si è rivestito di Cristo e, sull’esempio di Cristo, ha amato tutti, specialmente i più poveri e abbandonati, ha amato con stupore e semplicità la creazione di Dio. Arrivando qui ad Assisi, alle porte della città, si trova questo Istituto, che si chiama proprio "Serafico", un soprannome di san Francesco. Lo fondò un grande francescano, il Beato Ludovico da Casoria".

 

Destò, poi, curiosità la visita alla sala della spogliazione di San Francesco. La prima volta, in assoluto, per un pontefice: "Ha detto mio fratello Vescovo che è la prima volta, in 800 anni, che un Papa viene qui. In questi giorni, sui giornali, sui mezzi di comunicazione, si facevano fantasie. “Il Papa andrà a spogliare la Chiesa, lì!”. “Di che cosa spoglierà la Chiesa?”. “Spoglierà gli abiti dei Vescovi, dei Cardinali; spoglierà se stesso”. Questa è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi. Ma la Chiesa siamo tutti! Tutti! Dal primo battezzato, tutti siamo Chiesa, e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù, che ha percorso una strada di spogliazione, Lui stesso. E’ diventato servo, servitore; ha voluto essere umiliato fino alla Croce. E se noi vogliamo essere cristiani, non c’è un’altra strada".

 

2016, 4 AGOSTO - La successiva visita, 4 agosto del 2016, sarà in occasione dell'ottavo centenario del Perdono. Sarà una visita lampo. Solo poche ore. Arrivo al campo sportivo “Migaghelli” a Santa Maria degli Angeli, alle 15,40. Per poi ripartire alle 18,15. Ma sarà una visita con una sorpresa che nessuno certamente si aspettava. Il papa dopo la sua meditazione nella Porziuncola - luogo fondamentale per il cammino di San Francesco - chiederà di essere accompagnato al confessionale. Il sacerdote Jorge vuole adempiere al suo ministero sacerdotale, in umiltà. Ecco le parole del Pontefice: "Voglio mandarvi tutti in paradiso! (...) Cosa poteva chiedere di più bello il Poverello di Assisi, se non il dono della salvezza, della vita eterna con Dio e della gioia senza fine, che Gesù ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione? (...) Il paradiso, d’altronde, che cos’è se non quel mistero di amore che ci lega per sempre a Dio per contemplarlo senza fine? (...) La Chiesa da sempre professa questa fede quando dice di credere nella comunione dei santi. Non siamo mai soli nel vivere la fede. (...) Ci fanno compagnia i santi e i beati, e anche i nostri cari che hanno vissuto con semplicità e gioia la fede e l’hanno testimoniata nella loro vita. C’è un legame invisibile, ma non per questo meno reale, che ci fa essere un solo corpo, in forza dell’unico Battesimo ricevuto, animati da un solo Spirito. Forse san Francesco, quando chiedeva a Papa Onorio III il dono dell’indulgenza per quanti venivano alla Porziuncola, aveva in mente quelle parole di Gesù ai discepoli: “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi”

 

 

2016, 20 SETTEMBRE - Ultima volta di un viaggio papale, sempre nel 2016. Era il 20 settembre. Papa Bergoglio segue le orme dei suoi predecessori, Papa Benedetto XVI e Papa Giovanni Paolo II, iniziatore dell'evento ecumenico.

"Pace, un filo di speranza che collega la terra al cielo, una parola tanto semplice e difficile al tempo stesso. Pace vuol dire Perdono che, frutto della conversione e della preghiera, nasce dal di dentro e, in nome di Dio, rende possibile sanare le ferite del passato. Pace significa Accoglienza, disponibilità al dialogo, superamento delle chiusure, che non sono strategie di sicurezza, ma ponti sul vuoto. Pace vuol dire Collaborazione, scambio vivo e concreto con l’altro, che costituisce un dono e non un problema, un fratello con cui provare a costruire un mondo migliore. Pace significa Educazione: una chiamata ad imparare ogni giorno la difficile arte della comunione, ad acquisire la cultura dell’incontro, purificando la coscienza da ogni tentazione di violenza e di irrigidimento, contrarie al nome di Dio e alla dignità dell’uomo".

E' la pace richiesta da San Francesco d'Assisi. E' la stessa pace richiesta da Papa Francesco. 

 

2020, 3 OTTOBRE - Sabato 3 ottobre alle 15 il Santo Padre si recherà al Sacro Convento di Assisi per firmare la nuova Enciclica “Fratelli tutti…”. Alle ore 15.00 il Papa celebrerà la Santa Messa presso la Tomba di San Francesco e al termine firmerà l’enciclica. La visita si svolgerà in forma privata, senza partecipazione di fedeli

 


Antonio Tarallo

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