Padre Pio e Raffaelina Cerase. La bilocazione del 25 marzo 1916
di Simona Marmorino
Dai nobili signori di Foggia Michele Cerasi e Maria Barisani, il 1 novembre 1868 nacque Raffaelina. Da piccola venne affidata alle cure della zia carmelitana, morta in concetto di Santità nel 1913, nel monastero di Lucera dove dimorava.
La sua conversione iniziò nel 1889 grazie anche alla guida dei suoi padri spirituali e si sviluppa e matura lungo la strada della perfezione cristiana. Il desiderio di essere una sola cosa con Gesù la spinge ad iscriversi prima al terz’ordine Francescano e poi a stabilirsi tra le file dell’Azione Cattolica nella sezione riservata alle donne.
L’amore la porterà al capezzale di tre fratelli sofferenti venuti meno prima del 1892 e della sorella Anna morta il 20 marzo 1909. Vide ancora nella sua giovinezza tramontare nella pace dell’eternità la mamma (morta nel 1889) e il padre (morto 1904). Dopo la perdita dei genitori visse sempre con la sorella maggiore Giovina morta nel ottobre del 1931 alla quale la lega un tenero e sviscerato amore. La chiamava “la seconda mamma mia”, “infelicissima sorella mia”, “la santa mia sorella”. Tutte e due malate per recuperare la salute intrapresero di viaggi che finirono per diventare una vera Via Crucis per entrambe.
Conobbe Padre Pio tramite Padre Agostino da San Marco in Lamis.
La corrispondenza epistolare tra Padre Pio la sua figlia spirituale abbraccia un arco di tempo di 20 mesi la prima lettera porta la data del 24 Marzo 1914 ed è della Cerase l’ultima di Padre Pio il 30 dicembre 1915. L’intero epistolario comprende 97 lettere, 54 sono di Padre Pio 41 di donna Raffaelina Cerase.
Padre Pio nelle sue lettere con la figlia spirituale, svolge un programma di direzione incentrata nel mistero della Croce, la dottrina della sofferenza purificatrice e la teologia del dolore santificatore è come il tema di fondo del suo magistero direzionale
Ultima lettera di Padre Pio
Il 6 dicembre 2015 Padre Pio dovette presentarsi di nuovo Napoli richiamato al servizio militare. Sia Raffaelina che i direttori spirituale di Padre Pio volevano cogliere l’occasione di questa lontananza da Pietrelcina per riportarlo definitivamente il convento. Il loro tentativo progettato non ebbe esito positivo ma si realizzò quando e come vuole Dio: la mattina del 17 febbraio 1916 Padre Pio Si trasferì al convento di Sant’Anna a Foggia e lo stesso giorno si presentò a casa Cerase per un primo saluto personale.Dopo quasi due anni di direzione spirituale per corrispondenza, finalmente poterono conoscersi personalmente e parlare a lungo dei problemi che tanto stavano loro a cuore.
Il male che tanto perseguitava Raffaelina la obbligava a stare a letto. Padre Pio le portava visita quotidianamente, trattenendosi nei lunghi colloqui spirituali. Intanto, i padri spirituali padre Benedetto e il padre Agostino, felice di aver riportato Padre Pio in convento con la trovata dell’assistenza spirituale a quell’anima favorita, continuavano a seguire molto da vicino e con grande interesse il corso della malattia. Il 27 febbraio 1916 Padre Pio scriveva così a Padre Agostino “la povera inferma sta male, pregate e fate sempre pregare per la povera paziente.”
Muore a Foggia il 25 marzo 1916
Infatti la situazione è peggiorata in modo pericoloso giorno dopo giorno fino a quando il 25 marzo emetteva l’ultimo respiro dopo che Padre Pio le ebbe amministrato gli ultimi sacramenti. Lo stesso Padre Pio comunicava la notizia padre Agostino: “Stamane dalle ore quattro abbiamo un’altra anima che intercede presso il trono dell’altissimo. Raffaelina ha consumato il suo corso, ha celebrato le nozze col divino sposo”
.Raffaelina aveva consumato il suo corso, aveva“celebrato le nozze col divino sposo”scriveva Padre Pio: “si è addormentata nel Signore con un sorriso di disprezzo a questo mondo. Beata lei!”.
Il guardiano della fraternità raccontò che quella mattina andò da Padre Pio a riferirgli il decesso della terziaria. Padre Pio rispose: “l’ho assistita io, è andata direttamente in Paradiso”. Padre Pio era stato in bilocazione a casa di Raffaelina per assistere l’inferma fino all’ultimo respiro”. www.teleradiopadrepio.it
Simona Marmorino
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