Francesco d'Assisi non desiderava per sé nemmeno un piccolo oratorio
di Franco CardiniIl Povero d’Assisi non desiderava per sé nemmeno un piccolo oratorio: come si sarebbe trovato, in vita, sotto le splendide volte della basilica che ne custodisce le spoglie? Non approvava che i suoi frati possedessero nulla, nemmeno un salterio: che cos’avrebbe pensato dinanzi all’invasione minoritica dell’Università di Parigi, all’occupazione delle cattedre da parte dei suoi Frati minori?
Non amava il danaro, sterco di Satana: come avrebbe reagito dinanzi alla legittimazione degli interessi e all’elaborazione delle tecniche bancarie messe a punto dai minoriti osservanti? Eppure potremmo mai dire che i frati minori Bonaventura, Raimondo Lullo, Bernardino da Siena, Giacomo della Marca, Giovanni da Capestrano, lo stesso Elia da Cortona, siano sì minori ma non francescani? E magari Bernardino Ochino, e Hans Küng?
Negli Anni Trenta del secolo scorso un giovane professore sombartiano di economia corporativa dell’Università Cattolica, Amintore Fanfani, sostenne contro la nota tesi di Max Weber che non l’etica protestante, bensì quella cattolica dei minoriti, fosse all’origine del capitalismo moderno. Oggi, le ricerche di un altro cattedratico illustre, Giacomo Todeschini, hanno confermato le tesi fanfaniane correggendole, approfondendole e articolandole. Si può sostenere che alla base di questa sorta di rovesciamento a proposito del danaro e della ricchezza vi sia l’apostasia dei discepoli nei confronti di Padre Francesco? Che da qualche parte fra parigi e Oxford o nei conventi dell’Osservanza sia nato un minoritismo antifrancescano?
Francesco parlò pacificamente col sultano al-Malik al-Kamil, nel 1219, presso Damietta. Poco meno di tre secoli più tardi un settantenne minorita ch’era anche cardinale, fondatore di Università e capo di un esercito crociato, Francisco Jiménez de Cisneros, assalì le città costiere del Maghreb musulmano mettendole ferro e fuoco, massacrando migliaia di poveri indifesi che avevano cercato asilo nelle moschee e obbligando i superstiti a farsi battezzare pena la morte.
Che cosa c’era di veramente francescano nel minorita Francisco, che anche da cardinale non abbandonò mai il saio cinerino e il cingolo di umile corda? Per rispondere, bisognerebbe sapere chi egli fosse realmente, dentro di sé. Ma, come dicono i musulmani, “Dio ne sa di più…”
Franco Cardini
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