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Fratello Francesco e sorella Chiara

Frate Sole, Sora Luna

di Antonio Tarallo

Il firmamento del cielo è immenso, così come è immenso l’universo. E in questo cielo così sterminato vivono pianeti, costellazioni, e una palla infuocata denominata sole. Al sole, così brillante, come contraltare c’è la luna. Il sole, stella madre del sistema solare, attorno a lui orbitano gli otto pianeti principali, tra i quali la Terra. Bianca, splendida di bellezza, la Luna, satellite naturale della Terra. I loro due volti sono così affascinanti, ognuno con la loro bellezza: due visi, complementari.

Di giorno, in cielo, ecco il sole infuocato che splende e illumina la terra: i campi, i gigli, le case, l’amore; di notte, invece, la luna imbianca tutto con i suoi “raggi” che rendono la notte meno buia, meno spaventosa.

San Francesco, guardando la volta celeste, il sole lo chiamava “fratello”; la luna, “sorella”: magnifica sintesi poetica-astronomica. Un’astronomia che per San Francesco si calava nella terra - se vogliamo - prendendo un altro nome: Amore. Il santo d’Assisi nel suo “Canto” vedeva fra la luna e il sole una sorta di parentela: come in una famiglia, fratello sole ride a sorella luna e viceversa. Si danno il cambio sulla terra per non farla sentire sola.

E così anche “lo frate Francesco” aveva una sorella: si chiamava Chiara. Certamente non sorella di sangue, ma di spirito sì: come luna e sole sono complementari fra loro, così Francesco e Chiara lo sono per il Francescanesimo.

“Poiché, per divina ispirazione, vi siete fatte figlie e ancelle dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, e vi siete sposate allo Spirito Santo, eleggendo di vivere secondo la perfezione del Santo Vangelo, voglio e prometto, personalmente e per mezzo dei miei frati, di avere sempre per voi diligente cura e speciale sollecitudine, come l’ho per essi frati”, così scrive Francesco alle religiose di Santa Chiara. E lei, di sé stessa: “Chiara, serva di Cristo, pianticella del santo padre nostro Francesco”. Complementarità divina, si potrebbe definire. Si è sempre molto parlato, scritto e - in alcuni casi, “ricamato” - sul rapporto dei due santi. La storia è abbastanza nota, in fondo. La giovane e benestante Chiara che rimane colpita da Frate Francesco, dal suo amore per i poveri, per i fratelli più bisognosi; scappa di casa e segue i frati seguaci di Francesco d’Assisi per poi fondare - con beneplacito del Poverello - la famiglia femminile francescana.

Ma c’è un punto fondamentale del loro rapporto che andrebbe sottolineato, sempre: l'amore per Cristo che rappresenta l’amore nel quale confluiscono le due biografie. I due santi chissà quante volte si sono guardati negli occhi, hanno parlato, hanno pregato; ma i loro visi più che incrociarsi si sono diretti in un’unica direzione.

Lo scrittore francese del Piccolo Principe scriveva: “Amare non è guardarsi l'un l'altro ma è guardare insieme nella stessa direzione”. Così è stato per Francesco e Chiara, anzi per frate-sole Francesco, sorella-luna Chiara: i due hanno guardato la terra, con la stessa intensità d’amore per il Vangelo; hanno guardato ad ogni suo abitante contemplando in ognuno il riflesso di Dio, creatore dell’universo.


Antonio Tarallo

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