Francesco custode del Creato
di Don Felice AccroccaFrancesco amò il Dio di Gesù Cristo al di sopra
di ogni altra persona o cosa, e in Lui e per Lui
fu ripieno d’amore per ogni uomo e per tutte le
realtà create.
Ha ragione, dunque, il redattore dello Specchio
di perfezione, quando, nell’introdurre il capitolo
decimo, dedicato
all’amore di Francesco
per le creature
e delle creature
per lui, precisa:
“Tutto assorbito
nell’amore di Dio,
il beato Francesco
scorgeva perfettamente
la bontà di Dio non solo nella sua anima,
ormai splendente di ogni perfezione di virtù, ma
anche in ogni creatura. E per questo si volgeva
con singolare e coinvolgente affetto alle creature,
particolarmente a quelle in cui vedeva la traccia
di un qualche riferimento a Dio o qualcosa che
aveva attinenza alla vita religiosa”.
Narra quindi l’amore di Francesco per le allodole
e per gli altri uccelli in genere, ma anche per il
fuoco, l’acqua, le pietre, gli alberi e i fiori; infine,
l’anonimo redattore riafferma che sopra tutte le
creature non dotate di ragione, il Santo apprezzava
il sole e il fuoco.
Il redattore si propone di fornire la chiave interpretativa
per comprendere in modo adeguato il
comportamento di Francesco, che a un lettore
sprovveduto sarebbe altrimenti potuto apparire sin troppo singolare. Avverte perciò che, dopo
il fuoco, Francesco “amava in modo particolare
l’acqua, simbolo
della santa penitenza
e tribolazione,
che lavano le
sporcizie dell’anima;
e perché
il primo lavacro
dell’anima si fa per
mezzo dell’acqua del battesimo”.
Ricorda poi il monito rivolto da Francesco al frate
incaricato della legna, affinché non tagliasse del
tutto l’albero, ma ne lasciasse sempre una parte
intatta, spiegando che doveva far così “per amore
di Colui che volle
operare la nostra
salvezza sul legno
della croce”. Anche
il monito rivolto
all’ortolano,
di lasciare libera
una parte del terreno
in modo tale
che nella stagione adatta potesse riempirsi di fiori,
rivela un fondamento cristologico, “per amore
di Colui – dice – che è chiamato «fiore del campo
e giglio delle valli»”.
Egli si sforzò dunque di custodire il creato perché
opera del Creatore, e amò gli uomini con tutto se
stesso perché redenti dal sangue del Figlio di Dio.
Anche noi facciamo altrettanto?
Don Felice Accrocca
Storico del francescanesimo
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