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CARCERE LA VITA E’ DA VIVERE SEMPRE. LA VOSTRA RIVISTA MI E’ STATA D’AIUTO

Carissimi,

questa mia lettera è per dirvi che finalmente grazie a Dio, san Francesco e la Madonna la mia detenzione sta volgendo al termine. Il 20 luglio sarà il mio “fine pena”. Vorrei dare testimonianza sul fatto che la vostra rivista nella mia sezione, 17 celle, è richiesta in almeno 10. La vogliono non solo sfogliare, ma leggere interamente. Grazie a voi mensilmente la faccio girare ma ora a luglio andrò via lasciando tantissimi detenuti senza mensile francescano. Vorrei chiedervi se, nelle vostre possibilità, potete mandare la rivista ad un mio compagno di cella che dovrà continuare a stare qui ancora per un bel po' e lui sarebbe contento di continuare a divulgare la missione e il messaggio di San Francesco. Vorrei chiedervi dei Tau e dei block notes da dare ai miei compagni di sezione. Vi ringrazio di tutto e vi ricordo nelle mie preghiere.

Per concludere vorrei dire ai miei amici di sventura di ricordare sempre che san Francesco è con noi e quando siete giù di morale pregate e ricordatevi che la migliore cosa è: Non arrendersi mai, la vita è bella, la vita è unica, la vita è da vivere sempre.

Un caro abbraccio a tutti voi, vostro affezionatissimo

Salvatore




Carissimo Salvatore,

inizio a risponderti con le parole che hanno chiuso la tua testimonianza: Non arrendersi mai, la vita è bella, la vita è unica, la vita è da vivere sempre. Credo che in questa affermazione ci sia tutta la tuia voglia e il desiderio di ricominciare. Questo verbo consegno a te e attraverso di te a tutti coloro che vivono in carcere, ma anche tutti coloro che si sentono sconfitti dalla vita. Penso in questo momento a Francesco d’Assisi che nel carcere di Perugia assapora l’amarezza della sconfitta ma inizia a gustare la voglia di ricominciare e di riprenderei in mano la vita da protagonista.

Tu mi hai detto che la Madonna e San Francesco hanno illuminato il mio cammino e lo hanno sostenuto dandomi il coraggio di non deprimermi in carcere ecco perché accolgo volentieri il tuo invito e spedisco non solo al tuo compagno di cella ma anche alle altre sezioni del carcere.

Spero che le pagine del nostro mensile possano essere “sollievo, lievito e compagnia”. Affido te e tutti coloro che soffrono all’intercessione di San Francesco e a voi chiedo una Ave Maria per me, per noi.



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