LA GIOIA DEL NATALE NON è PIù ENTRATA IN CASA MIA
di Enzo Fortunato
Caro padre Enzo,
mi chiamo Vincenzo, ho 76 anni. Da
quando è venuta a mancare mia moglie
la mia vita è cambiata. Abito solo, non
abbiamo avuto figli, ho una nipote che
però non ha molto tempo da dedicare
al suo vecchio zio. Ogni giorno è duro
da affrontare, ma le festività sono di
gran lunga le giornate peggiori. Il Natale
ad esempio è una festa bellissima che
ho sempre celebrato con mia moglie in
amore e allegria. Dal 2009, anno in cui
lei è scomparsa, il 24 e il 25 dicembre
mi sento terribilmente solo e la gioia
del Natale non è più riuscita a entrare
in casa mia. Nonostante le mia fede
profonda e le preghiere che rivolgo a
nostro Signore e a san Francesco non
riesco proprio a trovare la pace. La prego
mi aiuti con le sue parole a ritrovare
la speranza.
Vincenzo (PD)
Carissimo Vincenzo,
la solitudine di cui ci parli, la tristezza
per la perdita di tua moglie ci fa comprendere
quanto amore vi è stato fra
voi, quanta intensità e quante emozioni
sane avete condiviso. Ora che tua moglie
non c’è più, o meglio, c’è in modo
diverso, è necessario non chiudersi,
non vivere rimpiangendo i tempi in cui
si era felice, ma far sì che la solitudine
possa diventare una grande occasione
di incontro con gli altri. Potresti provare
a spendere il tuo tempo nei centri della
Caritas, donando la tua disponibilità, il
tuo sorriso e il tuo essere alle persone povere e bisognose. Credimi, ci sono
molti modi, soprattutto in prossimità
delle feste natalizie, di stare accanto
agli altri e trasformare la propria solitudine
in un’occasione di incontro. Sono
certo che questi momenti ti regaleranno
quella pace che il cuore desidera.
Un caro saluto di pace e bene
Enzo Fortunato
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