LETTERA AD UNA AMICA SCOMPARSA
Caro direttore ,
mi chiamo Francesco, scrivo da Ciampino Mi permetto di inviarle questa “Lettera a Rita” che scrissi diverso tempo fa ,
in occasione di un libricino che mi venne dato dalla mia cara amica Rita, oggi salita nelle Gerusalemme Celeste , addormentatasi a causa della sclerosi multipla che da anni ormai, l’aveva martoriata nel corpo , ma non nell’anima.
Spero possa leggerla con attenzione e apprezzarne la fragranza autentica e generosa. Un caro saluto,
Sperando di poter conferire, un giorno, con lei
Un abbraccio,
Francesco
***
Caro Francesco,
ho letto con attenzione la tua lunga lettera dedicata alla tua amica ed emerge tutto l’affetto di cui sei capace. Purtroppo data la lunghezza era impossibile pubblicarla, ma da essa traspare una grande emozione. Francesco chiamava la morte sorella e nel momento ‘ultimo’ che lo avvicina all'incontro con il padre dell’eternità c’è la scelta tra l'abbandonarsi al nulla e l'affidarsi al Tutto. C'è un affresco nel transetto destro della Basilica Inferiore di Assisi con un insolito ritratto di Francesco, imberbe e in apparenza giovanissimo, in compagnia di uno scheletro coronato.
Sembra quasi una traduzione in immagine delle parole di Francesco: ‘Lodato sii, mio Signore, per sorella nostra morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare’. Siamo abituati alle tristi e drammatiche danze macabre del Medioevo, popolate da scheletri armati di falci e pronti a colpire giovani e vecchi che inutilmente tentano la fuga. Ma non è così che Francesco la intende. La morte è anch’essa creatura di Dio e attraverso di lei che possiamo incontrare l’Altissimo. E’ lo scacco alla morte di Francesco che ci fa mettere il primo passo verso il Padre.
Un Caro saluto di pace e bene
Commenti dei lettori
NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO
Lascia tu il primo commento
Lascia il tuo commento
la cripta
di San Francesco
Rivista
San Francesco