Segni di vita
di Redazione online
Gentilissimo P. Enzo,
scrivo dopo aver letto l'articolo “Il diritto
a nascere di un bambino difettoso”
sul numero di giugno di p. Gianfranco
Grieco. Ciò che è successo a me è diverso
da quanto raccontato nell'articolo,
però mi ha dato lo spunto per raccontarle
la mia esperienza [...]. Il medico mi
aveva tranquillizzato e dopo due giorni
andai da sola a fare l'altra ecografi a. In
ospedale trovai una equipe di medici,
cosa che mi insospettì, come mi insospettii
quando l'ecografi sta di due giorni
prima mi diede una pacca sulla spalla
un po' troppo confi denziale. Mi fecero
di nuovo una ecografi a e mi confermarono
le malformazioni viste due giorni
prima e ne riscontrarono di nuove. Non
so come feci a sopportare tutto ciò, mi
sembrava di essere all'inquisizione, domande
su domande, quasi accusatorie,
incomprensione per la mia scelta di “tenere”
in tutti i casi il bambino [...]. Non
le dico la gioia che provai quando mi
disse che non si trattava di un ritardo di
comunicazione, ma che l'esito era negativo
e la bambina non era Down[...].
Ho voluto raccontare la mia storia perch
credo che possa essere di aiuto a
qualcuno che perde la speranza.
La ringrazio per l'attenzione e, sperando
di non essere stata esageratamente
prolissa, La saluto cordialmente.
Giovanna
Carissima Giovanna,
in questo periodo dinanzi a una cultura di
morte stanno emergendo dei bellissimi segni
di vita; voglio accostare la tua esperienza a
quella del maestro Bocelli: “... le dissero che
avrebbe fatto meglio ad abortire. Che era la
soluzione migliore, perch il bambino sarebbe
venuto al mondo con qualche forma di
disabilità. Ma la giovane e coraggiosa sposa
decise di non interrompere la gravidanza e
il bambino nacque”. E poi: “Quella signora
era mia madre, e il bambino ero io”. Oltre a
pubblicare la tua lettera sul nostro sito con la
risposta più ampia di p. Grieco, ne approfi tto
per dirti grazie per il segno di vita che poni a
noi e ai nostri lettori e grazie soprattutto perch
ci regali una lezione di umanità quando
affermi di sentirti “snaturata” di fronte alla
cultura di morte. Auguriamo a tutti i nostri
lettori, di sentirsi sempre e ovunque “snaturati”
dinanzi a ciò che non è vita perch la
natura del cristiano è quella della vita.
p.Enzo Fortunato
Gentile signora Giovanna,
grazie per la sua testimonianza. Così si comportano le persone che amano la vita anche nei momenti in cui questa vita può apparire un dramma e un peso. Bisogna credere nella vita, bisogna amare la vita. Il Signore le è stato vicino nei momenti più difficili. Anche se non ci pensiamo Dio è sempre accanto a noi e guida i nostri passi che camminano sulle sue orme.
Mi auguro che questa sua lettera possa essere letta da migliaia di persone e possa confermare nella scelta per la vita quanti possano trovarsi nella sua identica situazione.
Grazie ancora per la sua fede nella vita!
padre Gianfranco Grieco
Redazione online
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