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Gli interventi inediti pronunciati da Madre Teresa

di Redazione online
Credit Foto - ANSA/ARCHIVIO

Papa Francesco ha scritto la prefazione – pubblicata in anteprima dal Corriere della sera – al libro “Amiamo chi non è amato”, nel quale la Emi ha raccolto due interventi inediti pronunciati da Madre Teresa nel ’73, a Milano, incontrando giovani e religiose. Francesco ha raccolto la sua riflessione sul testo in cinque parole: preghiera, carità, misericordia operosa, famiglia e giovani.  Il servizio di Roberto Piermarini:

Il Papa inizia le sue riflessioni parlando della preghiera e ricorda che “Madre Teresa iniziava la sua giornata partecipando alla Santa Messa e la chiudeva con l’adorazione a Gesù Sacramento, Amore infinito. Così diventa possibile trasformare il lavoro in preghiera” afferma il Papa. Se entreremo nei sentimenti di Gesù, potremo gustare la vita e donare uno sguardo rinnovato a chi incontriamo.

La seconda parola, carità, spiega Francesco, “significa farsi prossimo alle periferie degli uomini e delle donne che incontriamo ogni giorno e provare compassione per gli ultimi nel corpo e nello spirito”, “farsi testimoni della carezza di Dio per ogni ferita dell’umanità”, per offrire alle persone che lo desiderano, la presenza e la vicinanza di Dio.

Sulla misericordia operosa il Papa ricorda che con le opere di misericordia corporali e spirituali, siamo chiamati a prenderci cura di ogni uomo. “Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”. “Madre Teresa ha fatto di questa pagine del Vangelo – osserva Francesco – la guida della sua vita, la strada verso la santità e potrebbe diventarlo anche per noi”.

Quarta parola la famiglia. E’ qui che “impariamo da mamma e da papà – scrive il Papa – a sorriderci, a perdonarci, accoglierci, sacrificarci gli uni per gli altri, donare senza pretendere nulla in cambio, pregare e soffrire insieme, gioire e aiutarci reciprocamente”, come ci invita Madre Teresa.

E infine una parola per i giovani, che vedrà la settimana prossima alla Gmg di Cracovia. Il Papa li invita ad essere “costruttori di ponti per spezzare la logica della divisione, del rifiuto, della paura gli uni degli altri” e a mettersi al “servizio dei poveri”. Li esorta ad “affrontate con coraggio la vita, che è dono di Dio” e a “non farsi rubare il futuro che è nelle loro mani”. Nel libro Madre Teresa – che Francesco proclamerà santa il prossimo 4 settembre – afferma che la “malattia più grave non è la lebbra o la tubercolosi, ma la solitudine. Questa è la causa di tanti disordini, divisioni e guerre che oggi ci affliggono”. (Radio Vaticana)


Redazione online

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